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Il 17 agosto 1998 rimane una data spartiacque nella storia politica americana. Quella sera, in diretta televisiva dalla Casa Bianca, il presidente Bill Clinton ammise pubblicamente di aver avuto una “relazione impropria” con Monica Lewinsky, una giovane stagista ventiduenne che aveva lavorato negli uffici presidenziali.
Dalla negazione all’ammissione
Per mesi Clinton aveva respinto con fermezza le accuse, arrivando a dichiarare davanti al gran giurì e ai giornalisti: “I did not have sexual relations with that woman, Miss Lewinsky.”
La svolta giunse quando il procuratore indipendente Kenneth Starr, già incaricato di indagare sul caso Whitewater, acquisì prove decisive, tra cui il famoso abito blu di Lewinsky con tracce biologiche che confermavano il legame con il presidente.
Di fronte all’evidenza, Clinton fu costretto ad ammettere i fatti:
“Effettivamente ho avuto una relazione con la signorina Lewinsky che non era appropriata. In effetti, è stata sbagliata.”
Le conseguenze politiche
L’ammissione ebbe un impatto politico devastante. Il Congresso avviò una procedura di impeachment contro Clinton con l’accusa di spergiuro e ostruzione alla giustizia, poiché aveva mentito sotto giuramento.
Nel dicembre 1998 la Camera dei Rappresentanti votò per metterlo in stato d’accusa, ma nel febbraio 1999 il Senato lo assolse. Clinton rimase in carica fino alla fine del suo mandato, nel gennaio 2001.
Reazioni e impatto culturale
Lo scandalo divise l’opinione pubblica. Da un lato, la popolarità personale del presidente calò drasticamente; dall’altro, i dati economici positivi e i successi della sua amministrazione gli garantirono un ampio sostegno politico.
Il caso segnò profondamente il dibattito pubblico su morale privata e responsabilità istituzionale, alimentando discussioni sul ruolo dei media, sulla privacy dei leader e sul confine tra vita personale e incarico politico.
Eredità dello scandalo
A distanza di anni, il “caso Lewinsky” rimane uno dei più celebri scandali sessuali della storia contemporanea, simbolo della tensione tra potere, etica e opinione pubblica.
Monica Lewinsky stessa, dopo anni di silenzio, è diventata una voce autorevole nella lotta contro il cyberbullismo e per la riflessione sul ruolo dei media e della società nelle vicende private dei personaggi pubblici.
