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Madrid, 11 luglio 1982 – In una calda serata spagnola allo stadio Santiago Bernabéu, l’Italia conquista il suo terzo titolo mondiale battendo la Germania Ovest per 3-1 nella finale dei Mondiali di calcio di Spagna 1982. È un giorno che resterà scolpito per sempre nella memoria collettiva del popolo italiano.
Dopo un primo tempo chiuso sullo 0-0 e un rigore sbagliato da Antonio Cabrini, nella ripresa si scatena la magia: Paolo Rossi al 57’, Marco Tardelli al 69’ con il suo celebre urlo liberatorio e Alessandro Altobelli al 81’ mettono al sicuro la vittoria. Il gol della bandiera tedesco arriva troppo tardi, all’83’, firmato da Paul Breitner.
Guidati da Enzo Bearzot, CT silenzioso e determinato, gli Azzurri hanno iniziato il torneo tra scetticismi e critiche, superando a fatica il girone iniziale. Poi, la rinascita: la vittoria sull’Argentina di Maradona, lo storico 3-2 contro il Brasile di Zico e la semifinale vinta sulla Polonia hanno acceso l’entusiasmo di un’intera nazione.
Protagonista assoluto: Paolo Rossi, inizialmente contestato, poi diventato eroe nazionale con 6 gol decisivi che gli valsero la Scarpa d’Oro e il Pallone d’Oro nello stesso anno.
Le immagini di quella notte sono leggenda: il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, esultante in tribuna d’onore; gli italiani scesi in strada a ballare e suonare clacson in ogni città; i bambini che da quel giorno iniziarono a sognare di diventare calciatori.
“Non ci prendono più!” fu l’urlo che fece da colonna sonora a un’estate indimenticabile.
Quella vittoria non fu solo sportiva: arrivò in un’Italia ancora ferita dagli anni di piombo e segnò una rinascita simbolica, un momento di unità nazionale, un riscatto collettivo. L’11 luglio 1982 non fu solo la vittoria di una squadra, ma di un popolo intero.
