Tra ricerca clinica, diagnostica avanzata e terapie intelligenti, all’Azienda Ospedaliera Federico II si aprono nuove prospettive di cura.

Tra ricerca clinica, diagnostica avanzata e terapie intelligenti, all’Azienda Ospedaliera Federico II si aprono nuove prospettive di cura.

CAMPANIA IN PRIMA LINEA NELLA LOTTA AI TUMORI DEL SANGUE

Tra ricerca clinica, diagnostica avanzata e terapie intelligenti, all’Azienda Ospedaliera Federico II si aprono nuove prospettive di cura.

Napoli, 26 ottobre 2017 – In Campania si aprono nuove prospettive di cura per i pazienti con leucemia linfatica cronica, il tumore del sangue più frequente, e l’Azienda Ospedaliera Federico II di Napolisi conferma in prima linea nel fronteggiare la sfida dei tumori del sangue che, con leucemie e linfomi, sono in ascesa vertiginosa nella terza età.

“L’Azienda Ospedaliera Federico II è uno dei più importanti poli ematologici ed oncologici di alta specialità del Mezzogiorno e ogni anno registriamo circa 450 ricoveri ordinari, 11.500 accessi al Day Hospital e 15.000 prestazioni ambulatoriali – dichiara il Prof. Fabrizio Pane, Direttore del Reparto di Ematologia e Trapianto di Midollo –  Azienda Ospedaliera Federico II, Napoli– Stiamo conducendo inoltre un’intensa attività̀ di ricerca in campo biomedico con un centinaio di protocolli di ricerca clinica sui nuovi farmaci e sulle nuove modalità di cura che stanno aprendo nuove prospettive per i pazienti. Ad esempio, per le malattie neoplastiche del sangue sono tempi di grandi progressi ed oggi è possibile offrire a ciascun paziente terapie sempre più mirate e personalizzate, basate sulle caratteristiche genomiche del suo tumore, come le nuove forme di terapia basate su farmaci in grado di attivare la morte programmata delle cellule tumorali nei pazienti con leucemia linfatica cronica, una patologia che in Campania conta circa 300 nuove diagnosi l’anno”.

La leucemia linfatica cronica, che in Italia ogni anno registra circa 3.000 nuove diagnosi, è una malattia tumorale cronica che colpisce il midollo osseo e il sangue. Rappresenta il tipo più comune di leucemia negli adulti e generalmente si manifesta nelle persone di età più avanzata. In questi pazienti la prognosi è spesso particolarmente sfavorevole. L’ematologia italiana è fra le prime al mondo nella cura delle leucemie e linfomicon una rete di centri specializzati di eccellenza come l’Azienda Ospedaliera Federico II di Napoli, un esempio unico di integrazione tra Ricerca, Diagnostica Avanzata e Clinica.

“Oggi in Italia disponiamo di un nuovo farmaco ‘intelligente’per la cura di pazienti con leucemia linfatica cronica, il venetoclax, recentemente approvato dall’AIFA – afferma il prof. Pane – Si tratta del primo di una nuova classe di farmaci in grado di attivare la morte programmata delle cellule tumorali, incluse le cellule cancerose nei pazienti affetti da leucemia linfatica cronica.I risultati stanno dimostrando che questa nuova terapia orale è in grado di offrire tassi importanti di risposta globale anche in pazienti con quadri clinici difficili da trattare. Una nuova forma di trattamento che nei pazienti per cui è indicatadovrebbe permettere di dichiarare la leucemia linfatica cronica eradicata cioè, di fatto, scomparsao talmente residuale da non essere rilevabile con gli strumenti diagnostici oggi disponibili. Per questi pazienti oggi si può ragionevolmente ipotizzare di interrompere la terapiamentre finora le cure prescritte erano a vita.”

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha recentemente approvato la rimborsabilità in Italia del venetoclax di AbbVie,il primo farmaco in grado di inibire in maniera selettiva la funzione della proteina BCL-2 e quindiattivare la morte programmata delle cellule tumorali (apoptosi), incluse le cellule cancerose nei pazienti affetti da leucemia linfatica cronica. Il farmaco va assunto per via orale ma comunque sempre somministrato da mani esperte e in centri ematologici.