L’olio d’oliva può sostituire l’olio di semi di girasole per la frittura? la sfida parte da Ufita Med EXPO

L’olio d’oliva può sostituire l’olio di semi di girasole per la frittura? la sfida parte da Ufita Med EXPO

Due giorni intensi presso la Dogana Aragonese di Flumeri nellambito del progetto Ufita Med Expo Polo Dieta Mediterranea che ha visto una fitta partecipazione di pubblico e aziende. Il Progetto, finanziato dalla Regione Campania coinvolge Flumeri, Comune capofila e poi Zungoli e Melito Irpino. Si tratta di un percorso avviato ieri con una due giorni dedicata alla filiera agroalimentare irpina di qualità. Coinvolte numerose associazioni e le scolaresche. Diversi convegni con la finalità di accendere un faro sullopportunità di inserire i prodotti irpini nella Dieta Mediterraena. In particolare, nella tavola rotonda della mattina di oggi con alcuni giovani imprenditori agricoli,sono emersi diversi spunti nellambito dellanalisi del contesto internazionale attuale. Situazione che vede un progressivo cambiamento geopolitico mondiale e quindi commerciale. La crisi pesa ma non piega il comparto. Sul tavolo gli aumenti dei costi delle materie prime e la volontà di proseguire. Prodotti di qualità che si rivolgono a mercati di nicchia ma anche pronti a declinarsi verso usi diversi per fronteggiare i nuovi scenari. Così, tra gli altri spunti, emerge la possibilità valutata da alcune realtà imprenditoriali di impiegare lolio doliva anche per la frittura per sopperire alla mancanza dellolio di semi di girasole. Una scelta che non è solo un ripiego ma una conquista salutare. Infatti «lolio doliva ha un profilo più adatto allo stress di una frittura ci dice la dott.ssa Maria Consiglia, farmacista e imprenditrice merito anche di un punto di fumo adeguato. Si tratta cioè della temperatura a cui scaldando un certo olio si comincia produrre fumo in modo continuo». Altro percorso riguarda gli oli extravergine e alcune cultivar che si rivolgono ad un mercato di nicchia. E oggi lattenzione dellimprenditoria irpina, più di ieri, è rivolta allEstero e in particolare agli Stati Uniti che mostrano particolare apprezzamento verso la qualità tutta italiana. Irpina e rigorosamente biologica. La riflessione si è anche poggiata «sullopportunità di non valutare investimenti e cambi di produzione in questo momento di forte incertezza ma perseverare e attendere monitorando i mercati». Così lintervento di Oto Grasso, tra gli altri ad intervenire. Preziosi i contributi di altri giovani imprenditori quali Ilaria Minichiello, Alfonso Caloia, Vincenzo Parziale, Vincenzo Di Minico, Rocco De Luca. Il Polo è anche una piattaforma e-commerce cui partecipano le aziende irpine con la disponibilità per la vendita delle produzioni locali. Nei prossimi mesi prenderanno corpo anche percorsi didattici per le scuole e corsi di formazione. Alla due giorni hanno collaborato la Pro Loco La Spiga APS, Slow Food Condotta Irpina Colline dellUfita e Taurasi, Coldiretti Avellino.