La coda per i test d’accesso a Medicina , 9779 posti disponibili, ripartiti dal Ministero per Istruzione, Università e Ricerca 420 alla Federico II di Napoli, 400 alla “Vanvitelli” di Caserta, 130 all’Ateneo di Salerno

©Dpa/ Lapresse 15-06-2004 Italia Interni Scuola, Esami di Maturità

La coda per i test d’accesso a Medicina , 9779  posti disponibili, ripartiti dal Ministero per Istruzione, Università e Ricerca  420 alla Federico II di Napoli, 400 alla “Vanvitelli” di Caserta, 130 all’Ateneo di Salerno

 

Sessanta domande a risposta multipla, articolate in diversi ambiti, dal ragionamento logico alla cultura generale, dalla matematica alla fisica, dalla chimica alla biologia. E’ il prospetto della prova di verifica delle conoscenze per l’accesso ai corsi di studi, con numero programmato, alle Facoltà di Medicina e Chirurgia nelle Università, 9779 posti disponibili, includendo anche quelli degli Atenei privati del San Raffaele e della Cattolica di Milano e “Università Campus Bio-Medico di Roma”. E’ una quota che, in complesso, si attesta sulla soglia superiore ai 10  mila posti, se si aggiungono quelli disponibili per i corsi di studio in Odontoiatria. La prova si svolgerà oggi- quattro settembre– per la durata di 100 minuti. E contestualmente in tutte le Università. Vale un punto e mezzo ciascuna risposta esatta.

Nel riparto programmato dal Ministero per l’Istruzione, Università e Ricerca, assegnati alla Federico II di Napoli 420 e 15 posti per i corsi, rispettivamente, di Medicina e Chirurgia e di Medicina in lingua inglese. Per la “Vanvitelli” sono disponibili 400 per Medicina e Chirurgia, mentre sono otto i posti Medicina in lingua inglese. All’Università di Salerno, attribuiti 130 posti per Medicina e Chirurgia.

 4620 sono i partecipanti alla prova nella sede della Federico II, a Monte Sant’Angelo, mentre la prova d’accesso ai corsi di Medicina in lingua inglese, il 13 settembre nella stessa sede, con 465 partecipanti.

Corsa aperta per approdare alla laurea in Medicina. E coincide con una fase particolarmente complessa per strutturare il sistema medico-sanitario in prospettiva futura; una difficoltà organizzativa e di programmazione, di cui si fanno interpreti le associazioni di categoria dei medici. Nell’arco dei prossimi dieci anni andranno in pensione oltre 33 mila medici attualmente in servizio. E già allo stato attuale si registra il diffuso e grave fenomeno dei concorsi indetti per le branche e i dipartimenti specialistici dalle Aziende sanitarie locali e ospedaliere, che sistematicamente vanno deserti proprio per la mancanza di medici specialisti richiesti per gli ambiti professionali più delicati e impegnativi. Un nodo strutturale che esiste da sempre per il blocco di accesso proprio  nelle Scuole  specializzazioni, nodo strutturale che versa nello stadio del non-ritorno ormai. E non accade, perché manchino i laureati in Medicina, che sono, invece, in  attesa d’inserimento professionale. E’ un nodo, però, che se non viene sciolto con chiarezza di obiettivi e di programmazione rischia di trasformarsi in un dato emergenziale di difficile soluzione.