Forino (Av). La Baronessa Elodia Botto Picella splendida gemma della storia di Forino

Forino (Av). La Baronessa Elodia Botto Picella splendida gemma della storia di Forino

Con la calma degli eletti nello sguardo, ed il sorriso dei giusti sulle labbra, il 18 maggio 1939 solennità dell’ Ascensione del Signore, si spegneva la terrena esistenza della Baronessa Elodia Picella Botto donna dalle elevate qualità morali, civili e religiose fautrice di tanto bene ed opere meritorie verso la cara terra di Forino. Nata a Villafranca il 20 settembre 1879 dal comm. Paolo Botto e dalla Nobil Donna Eugenia Morelli, il 28 maggio 1899 lasciò il natio Piemonte sposando l’illustre concittadino Barone Raffaele Picella da cui ebbe cinque figli Nello, Paolo, Nicola, Giulio ed Eugenia.
Fu per la nostra amata terra, calata in quei turbolenti anni di guerra, miseria e povertà, dispensatrice di bene e di sollievo per i più diseredati.
Fondatrice dell’ Associazione delle Dame della Carità aveva per i malati un amore tutto particolare: li visitava, li puliva, ne medicava le piaghe e nei rigidi inverni la si vedeva passare di tugurio in tugurio per dispensare soccorsi , sollevare la povertà con le sue opere la sua parola, il suo dolcissimo sorriso.
Un particolare faro del suo cuore furono i bambini che con molto amore li seguiva li insegnava donando loro chicche e confetti.
Se vi era un matrimonio da regolare, un bambino da battezzare, un derelitto da accudire, o fanciullo da togliere dalla strada , era lei stessa e non loro che li andava a cercare per poterli beneficare senza umiliarli, e con la sua squisita carità dare sollievo alle personali sofferenze. E che dire di quando sul fare del tramonto la si vedeva girovagare di casa di casa col suo calesse guidato da qualche collaboratore del suo palazzo portando latte, vestiti, pollame e masserizie ai bambini poveri del paese ed alle loro famiglie.
Lei, “LA MADRE DEI POVERELLI” come dalla gente forinese veniva definita fu ministra del Terzo Ordine Francescano per ben 14 anni, Delegato della Croce Rossa Italiana assegnatogli il 6 Agosto 1937, ed ancora Patronessa dell’Opera Nazionale Protezione della Maternità e dell’Infanzia della federazione provinciale di Avellino conferitagli il 24 giugno 1937. Come da viva, anche da estinta, la figura della Baronessa Elodia Botto Picella, ha fatto tanto parlare di se ed il suo ricordo più che affidato alla memoria di chi aveva avuto il pregio di averla potuta apprezzare in vita, continuò ad essere viva e presente con tante altri atti di carità affidati in punto di morte al cuore del suo consorte il Barone Raffaele con raccomandazioni di portarli avanti con convinzione e determinazione come ad esempio quello di donare alla chiesa di Forino una casa parrocchiale atta ad ospitare i presuli forinesi come i tanti che ne avessero avuto bisogno . E l’ allora parroco Don Orlando Iannone a riconoscenza del munifico atto posto in essere dal Barone Picella nell’anno 1945 volle rimembrare il gesto apponendo un targa in marmo alla canonica donata a memoria delle alte qualità morali e spirituali della baronessa Elodia Ha fatto delle sue venerabili amicizie veicolo di splendore e decoro per la nostra terra, facendola diventare grande tra le grandi. Risaputo era il forte legame affettivo che la legava a Casa Savoia con specificità ai reali d’ Italia Re Vittorio Emanuele III , la Regina Elena ed al figlio S.A.R. Umberto II di Savoia la consorte ed i figlioli.
Se ne ricorda di lei anche l’organizzazione nella nostra terra del SACRO CONGRESSO EUCARISTICO celebrato a Forino dal 19 al 23 aprile 1934 “ del quale con altri “Giganti dell’ epoca furono gli artefici “ Ma l’espressione della magnanimità della baronessa scolpita nei cuori dei tanti forinesi che ebbero l’onore di conoscerla, levigò penetrante anche l’animo dei suoi cari figli soprattutto Nicola orgoglio della nostra terra nel campo della politica nazionale italiana . Divenuto Segretario Generale della Presidenza della Repubblica Italiana non dimenticò mai le volontà della cara madre. Egli solerte nel bene per questo agreste paesello si prodigò insieme alle alte autorità scolastiche locali, provinciali e nazionali per far creare nella nostra terra una scuola di studi di più elevato spessore di quello elementare come lo fu la Scuola Agraria Statale sugellando in questo progetto quelle dolci parole espresse in punto di morte dall’ amata Baronessa al consorte Barone Raffaele ed ai suoi figli “NON DIMENTICATE FORINO, CHE E’COME LA VOSTRA CARA MADRE, NON DIMENTICATE I SUOI BAMBINI CHE SONO TUTTI MIEI FIGLI”.  Daniele Biondi