Centro Autistico Avellino. Duro attacco di ALAIA alla Dr.ssa Morgante. “Ognuno rispetti i ruoli e le competenze”.

Centro Autistico Avellino. Duro attacco di ALAIA alla Dr.ssa Morgante. Ognuno rispetti i ruoli e le competenze.

Centro Autistico Avellino. Duro attacco di ALAIA alla Dr.ssa Morgante. Ognuno rispetti i ruoli e le competenze.Non poteva mancare la replica di Salvatore ALAIA – ex sindaco del Comune di Sperone – all’ipotesi paventata dalla Dr.ssa MORGANTE di destinare il centro autistico di Avellino al reparto di neupsichiatria infantile.

L’ipotesi di spostare a Valle la neuropsichiatria infantile ha scardinato la dura reazione di Salvatore ALAIA che da tempo sta conducendo una battaglia civile a favore delle famiglie dei soggetti affetti da autismo affinché la struttura di Avellino, baricentrica rispetto al territorio, agli indici demografici e soprattutto ad una volontà politica ben cristallizzata da decenni, sia realizzata per far fronte alle esigenze di quanti soffrono nell’indifferenza generale.

ALAIA è un fiume in piena e nel merito della proposta della Dr.ssa MORGANTE esprime un suo pensiero.

“Ritengo che sia ora di dire basta alle chiacchiere e mettere un punto fermo nella vicenda. Ci stiamo perdendo dietro questioni giuridiche e legali senza tener conto che il Centro per l’Autismo di Avellino è una struttura necessaria e che l’ubicazione a Valle risponde a criteri logistici obiettivi perché tiene conto di un territorio vasto e con altro indice demografico. Non condivido affatto l’ipotesi della Dr.ssa Morgante che intende utilizzare una struttura già predestinata agli autistici per altre attività cliniche a meno che questa scelta non risponda ad una logica di servilismo ai poteri forti. Inoltre ritengo che l’ASL non abbia competenze per decidere in merito allo spostamento della neuropsichiatria infantile nella struttura destinata a Centro Autistico di Avellino in quanto spetta alla Regione, nell’ambito dell’esercizio del potere in materia di programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali, di effettuare legittimamente tale destinazione. Se ciò dovesse avvenire sarebbe uno schiaffo sia all’intera comunità irpina sia alla sofferenza di chi è affetto da questa patologia ma la cosa peggiore in questo momento è il silenzio assordante di tutte le istituzioni, anche quelle religiose, a cui peraltro avevo fatto appello di intervenire per dare voce alla speranza.