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Nella giornata di lunedì 29 e martedì 30 aprile, la Casa Circondariale di Avellino ha ospitato la terza tappa del programma di screening oncologici promosso dall’ASL di Avellino, diretto da Mario Nicola Vittorio Ferrante. Dopo gli appuntamenti di Ariano Irpino e Sant’Angelo dei Lombardi, anche in carcere si è dato spazio alla prevenzione dei tumori del colon‑retto, della cervice uterina e della mammella, garantendo l’accesso alle visite a tutti i detenuti rientranti nelle fasce di età a rischio.
Numeri e fasce di popolazione coinvolte
Pap test (25–64 anni): 15 prestazioni eseguite
Mammografie (50–69 anni): 14 prestazioni eseguite
Screening colon‑retto (50–69 anni): 28 test effettuati
È già previsto un ulteriore ciclo di giornate dedicate allo screening colon‑retto, con l’obiettivo di coprire l’intera popolazione maschile detenuta nella fascia d’età 50–69 anni.
Collaborazione interistituzionale
L’iniziativa è frutto della stretta sinergia tra:
Direzione della Casa Circondariale di Avellino, che ha garantito spazi e logistica
Unità Operativa Tutela della Salute in Carcere dell’ASL, che ha coordinato l’attività sanitaria interna
Centrale Screening Oncologici dell’ASL di Avellino, responsabile della gestione delle prenotazioni, dell’analisi e del follow‑up
«Portare la prevenzione dove spesso l’accesso alle cure è più complesso – sottolinea il Direttore Generale Ferrante – è parte integrante della nostra missione di tutela della salute. Garantire screening e diagnosi precoce a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro condizione, rappresenta un principio di equità e di rispetto dei diritti umani».
L’importanza della prevenzione
Il tumore del colon‑retto, della mammella e della cervice uterina sono tra le neoplasie più comuni e, se diagnosticate in fase precoce, presentano tassi di guarigione nettamente più elevati. Grazie ai programmi di screening:
Si riducono mortalità e disabilità legate a malattia avanzata
Si individuano lesioni precancerose ancora asintomatiche
Si offrono percorsi di cura tempestivi e personalizzati
In Irpinia, l’ASL ha già sottoposto a screening oltre il 60% della popolazione target residente, puntando ora a estendere la copertura nelle realtà più fragili, come le strutture penitenziarie.
Prossime tappe
Dopo Avellino, il programma proseguirà con altre giornate dedicate ai test colon‑retto, fino a completare la popolazione maschile 50–69 anni in carcere. Parallelamente, l’ASL sta pianificando iniziative di educazione alla salute e corsi di formazione per il personale sanitario interno, al fine di consolidare una rete di prevenzione permanente all’interno dell’istituto penitenziario.
Con questa operazione, l’ASL di Avellino conferma il suo impegno a favore di una sanità inclusiva, capace di raggiungere e tutelare ogni cittadino, ovunque si trovi.
