Avellino, parla chi pratica il Parkour: “insegniamo ai ragazzi il rispetto dell’arredo urbano come bene comune”.

Avellino, parla chi pratica il Parkour: insegniamo ai ragazzi il rispetto dell’arredo urbano come bene comune.

Dieci minorenni tra i 15 e i 17 anni da qualche settimana trascorrevano le loro giornate nel cantiere di un centro commerciale in via Piano Alvanella a Monteforte Irpino praticando il parkour, la disciplina metropolitana nata in Francia e che si sta diffondendo rapidamente anche in Italia. I residenti hanno avvertito i carabinieri che sono prontamente intervenuti. Prontamente anche il comunicato stampa di CATS FLOW PARKOUR AVELLINO, coloro che  questo sport lo praticano e lo amano:

“Notato il caso di 10 ragazzini che saltavano in una proprietà privata in costruzione spacciandosi per atleti di “Parkour”, ci sentiamo in obbligo morale di spendere due parole al riguardo di questo accaduto in quanto atleti di parkour da molti anni e responsabili e soci dell’asd CATS FLOW PARKOUR AVELLINO. Ai nostri allievi abbiamo sempre insegnato il rispetto dell’arredo urbano e delle persone. Ogni qual volta NOI RESPONSABILI organizziamo lezioni all’esterno oltre ai corsi in palestra precisiamo sempre che non bisogna allenarsi in luoghi di privata proprietà. Tuteliamo sempre il luogo dell’allenamento e supervisioniamo i nostri ragazzi in modo da correggere i loro movimenti e prevenire ogni qualsiasi danno a se stessi e a ciò che ci circonda. Ogni qual volta ci troviamo nei luoghi di allenamento (luoghi PUBBLICI) e troviamo sporco, ci muniamo di pazienza, scope e buste dell’immondizia per provvedere alla pulizia di ciò che per noi è il nostro parco giochi; questa azione viene anche svolta in modo da tranquillizzare le persone che vedendo un bel gruppetto di ragazzi si sentono al sicuro grazie la nostra presenza invece di sentirsi a disagio. Il parkour è una disciplina che abbiamo sudato: anni di duro lavoro e costanza per portarla ad Avellino e farla accettare non come un pericolo ma come una sorta di “dono”, molto incompreso direi. Quanti ragazzi chiusi, insicuri, con lo sguardo assente, praticanti di nessuno sport, si sono sentiti liberi di esprimere le loro emozioni esternandole con facilità, attraverso movimenti fluidi e di bella visione agli occhi degli spettatori? Quanti ragazzi timidi, stranieri e non, in condizioni disagiate, hanno abbandonato “la vita da strada” per seguire una strada pura e genuina come quella della nostra disciplina? Quanti ragazzi hanno abbandonato cattive abitudini grazie allo sport? Quanti ragazzi hanno imparato ad avere stima di se stessi concependo l’ideale che la “sfida“ non è con gli altri atleti ma con se stessi, perché la vera sfida è tra l’atleta e l’ostacolo che ci si presenta davanti, seguendo il concetto di superare gli ostacoli urbani come fossero i problemi di tutti i giorni cui andiamo incontro, nel modo più efficace possibile, quando se ne richieda il bisogno e l’esigenza. Quanti ragazzi hanno la pazienza, oggigiorno, di aiutarsi l’un l’altro durante gli allenamenti quando un nostro compagno rimane indietro? Quanti ragazzi solitari improvvisamente si sono trovati come in una seconda famiglia senza più accusare l’idea di sentirsi soli? Quanti ragazzi si sentono vivi in una città “morta“ come Avellino che non offre più nulla ai giovani e non? Ma a voi piace una realtà come Avellino in cui parecchi giovani, non sapendo cosa fare, preferiscono bere e fumare (tabacco e non) o addirittura drogarsi? Il nostro scopo sociale è appunto togliere il maggior numero di persone dalla vita di strada, da un modo di vivere corrotto che succhia solo una linfa vitale che può essere sfruttata in un modo migliore. Un nostro altro scopo è quello di insegnare ai ragazzi a rispettare l’arredo urbano perché è un bene di tutti, ad insegnare che se qualcuno dà un calcio ad un bidone della spazzatura e lo fa cadere a terra, solo perché si sveglia con la luna storta la mattina e non sa con chi prendersela, dobbiamo rialzare quel bidone come se fosse un oggetto di casa nostra e tenerne cura. Ma come vogliamo insegnare qualcosa di puro se Avellino ci tappa le ali? Come vogliamo evadere da un mondo monotono e grigio se Avellino ci toglie tutti i colori della fantasia? Come vogliamo trasmettere un ideale se poi ci sono persone come questi ragazzini che macchiano il nome del parkour come qualcosa fatta con incoscienza? Perché, badate bene signori, il parkour non è buttarsi da un palazzo all’altro o attaccarsi a un muro, quelle sono “cazzate”: il parkour è ben altro! Il parkour insegna, ha insegnato e insegnerà ad avere un equilibrio fisico e mentale se non spirituale, come atterrare e camminare su di una sbarra, a saper volare sognando ma anche come saper atterrare nella realtà di tutti i giorni, a come superare gli ostacoli nella vita, ostacoli sempre più alti che sembrano insormontabili, che poi visti dall’alto sono piccoli piccoli come formiche, e ci si sente realizzati. Il parkour è l’unica cosa che PER VOI può essere pericolosa o mortale, ma che A NOI fa sentire vivi e ci ha dato estrema maturità e coscienza, capendo che le cose più estreme come i rischi (non solo acrobatici). devono essere ben ponderati e studiati, perchè poi non si può tornare indietroLe cose vanno fatte con coscienza e non a tentativi. In Francia lo insegnano ai vigili del fuoco in modo da poter soccorrere il più velocemente possibile le persone intrappolate in un palazzo in fiamme. In Inghilterra viene insegnato alle forze armate speciali. Perché in Italia, soprattutto ad Avellino, se facciamo parkour dobbiamo essere definiti DELINQUENTI o “MARIUOLI”? Solo perché facciamo sport!? Ma stiamo scherzando? Il Parkour non è una moda o un passatempo, ma una vera disciplina e che come tale debba essere rispettata, come noi rispettiamo le altre discipline”.

Stefano Iandolo

Segretario CATS FLOW PARKOUR AVELLINO.