Aree montane del baianese incendi e tagli abusivi nei boschi, “annunci” di dissesto idrogeologico

Aree montane del baianese incendi e tagli abusivi nei boschi, “annunci” di dissesto idrogeologico

Aree montane del baianese incendi e tagli abusivi nei boschi, “annunci” di dissesto idrogeologicodi Gianni Amodeo

Annus horribilis, il 2017 che vive gli ultimi suoi scorci, avendo fatto registrare sulla scia dei precedenti anni e senza soluzioni di continuità  ulteriori aggressioni ai territori montani con una successione di incendi di devastante portata, alterando e sfigurando  equilibri naturali e le stesse connotazioni identificative dei paesaggi di varie regioni,  da un capo all’altro del Bel Paese, con i picchi di maggiore intensità e diffusione raggiunti nei mesi estivi, in combinazione con la persistenza della siccità, accentuando  ancora di più l’esposizione ai rischi di  dissesto idrogeologico e ai movimenti franosi per vaste aree, di cui fornisce annualmente dati statistici dettagliati – mai in controtendenza, purtroppo- il Rapporto di Legambiente. Un mix di distruttività che ha innescato ed incrementato  le preesistenti e già preoccupanti condizioni di criticità, da cui sono tenute in stato di sofferenza da circa mezzo secolo in modo particolare  tutte le aree della dorsale appenninica e sub-appenninica, pagando un pesante scotto all’irreversibilità del fenomeno dello spopolamento umano che le ha quasi desertificate del tutto, privandole di ogni appeal sia di opportunità economico-produttiva sia di crescita socio-culturale.

Aree montane del baianese incendi e tagli abusivi nei boschi, “annunci” di dissesto idrogeologicoE’- questo- l’identikit a presa rapida della perdurante assenza della reale politica per la montagna che fa avvertire  il suo peso, nonostante la pletora delle Comunità montane e degli Enti dedicati che se ne dovrebbero fare carico nelle articolazioni delle competenze e funzioni specifiche loro conferite; Comunità montane ed Enti la cui missione istituzionale è correlata sulla “carta” esclusivamente all’amministrazione di Aree protette, Parchi regionali e nazionali, quali potenziali attrattori e volani di sviluppo valorizzando al meglio le risorse dell’ambiente; potenziali attrattori, che pure gravano sulla fiscalità regionale e statale con “numeri” di tutto rilievo, distribuendo indennità e retribuzioni stipendiali decisamente robuste, specie nei livelli dirigenziali. In realtà, la correlazione è solo formale e per nulla concretizzata nella dovuta normalità di gestione e senza alcuna programmazione di crescita. E i deteriori esiti di questa situazione sono sotto gli occhi di tutti.

PARCO NAZIONALE DEL VESUVIO EMBLEMA  DELL’ANNUS HORRIBILIS.  QUANDO L’EMERGENZA FA ARRICCHIRE  L’INDUSTRIA DEL FUOCO

Aree montane del baianese incendi e tagli abusivi nei boschi, “annunci” di dissesto idrogeologicoIl Parco nazionale del Vesuvio,trasformato nello sterminato dantesco scenario sotto  l’incessante, impetuosa e violenta offensiva di fiamme e fuoco per giorni e mesi di questa estate, può essere assunto ad inquietante simbolo-metafora dell’ Annus horribilis  che se ne va, con la perdita del suo immenso e secolare patrimonio arboreo autoctono, di vegetazione arbustiva con le caratteristiche ginestre, di habitat eccellente per la fauna, l’avifauna e la bio-diversità a cui sono ancorate molteplici tipicità colturali dell’intera area. E’ una perdita di incalcolabile entità, per il cui “rimedio” saranno necessarie progettazioni impegnative, la cui realizzazione richiederà investimenti pubblici – si ipotizzano cifre per  centinaia di milioni di euro, con l’inclusione dei danni di lunga durata– per una complessa e pluriennale azione di ricomposizione territoriale con interventi d’ingegneria naturalistica per il ripristino sia delle condizioni della bio-diversità che di ricostituzione del patrimonio arboreo con interventi di rimboschimento mirati che si spera siano rispettosi delle naturalità della vegetazione autoctona. Ma lo scenario del Parco nazionale del Vesuvio, impresso nelle immagini delle cronache televisive e giornalistiche di luglio e agosto è anche e soprattutto  il segno rappresentativo dell’ormai consolidata ed efficiente ”industria del fuoco” che degli incendi vive,prolifera e si arricchisce puntualmente nei mesi estivi da … anni,  profittando della straordinarietà emergenziale pagata dai contribuenti e determinata in larga misura dalle inadeguatezze della prevenzione e della manutenzione delle aree montane e boschive.

Lo spaccato della realtà amara e dura del Parco vesuviano incenerito e alberi ischeletriti  si ritrova, per analogia e in dimensioni più ridotte, ma pur sempre preoccupanti nel contesto delle aree montane e  collinari dell’ Unione intercomunale del Baianese e del Clanis, nella mappa del Parco regionale del Partenio. E sono le aree bersagliate e sfigurate dagli incendi della scorsa estate, così come da anni ormai accade persino nei mesi autunnali ed invernali nel tombale silenzio di Istituzioni e Enti locali, con la totale e vile latitanza della politica territoriale, ingolfata com’è nelle elevate discussioni sugli orecchiati e arcinoti …  Massimi sistemi di planetaria risonanza.

I  SAGGI FOTOGRAFICI “PARLANO”: ANNUNCI DI DISSESTO A CAMPIMMA?

Aree montane del baianese incendi e tagli abusivi nei boschi, “annunci” di dissesto idrogeologicoBasta, del resto, compiere qualche semplice escursione in quota, anche minima oltre i 500 metri per avere contezza della violenza che monti e colline continuano a subire, nella sconvolgente e distruttiva “scientifica” criminosa combinazione che  tra incendi e tagli abusivi di boschi, gli uni funzionali a procacciare pascoli comodi per greggi e mandrie … in libertà e gli altri funzionali ad un attivo un impressionante giro di commercializzazione di legna da ardere con l’abbattimento di alberi di pregio, per lo più giovani, come castagni, querce,aceri e ontani. E’ la permanente aggressione che si consuma sul patrimonio pubblico, ma anche sui suoli boschivi di proprietà privata poco curati nella manutenzione ordinaria o pressoché privi di manutenzione ordinaria, senza dire che per i pascoli, rispondenti alle attività economiche dei produttori caseari e degli allevatori, si potrebbe realizzare una mappa di siti dedicati e utilizzabili a rotazione, sotto il pubblico controllo, impedendo la selvaggia e sistematica violenza che si viene compiendo da lungo tempo, quasi fosse una “norma”, anziché una criminosa azione continuata che colpisce il bene comune costituito dal territorio e dalle sue risorse naturalistiche.

 E su questa traccia, va aperto lo sconcertante capitolo degli oliveti interessati dagli incendi degli ultimi mesi  estivi nei territori della collina di Gesù e Maria sul versante della località “Mastrilli”  nel territorio incluso tra  Baiano e Sirignano; oliveti che in parte sarebbero restati vivi e vegeti, mentre per la residua parte sarebbero restati inceneriti; e non è dato di sapere se sono inseriti in proprietà pubblica o privata. Di certo,  hanno subito il trattamento dell’espianto totale. Un’operazione-kaput, anche se l’olivo, per legge, è albero sottoposto a stringenti vincoli di tutela, specie se può essere risanato e recuperato. Un’operazione che non sarebbe la prima, ma una delle tante di una lunga sequenza ….

Aree montane del baianese incendi e tagli abusivi nei boschi, “annunci” di dissesto idrogeologicoSono ,tuttavia, i documenti fotografici che “corredano” il testo ad evidenziare l’alto indice di rischio di dissesto idrogeologico, ch’è la diretta conseguenza  degli incendi e dei tagli abusivi, programmati e realizzati con criminosa scientificità con danno e pericolo permanente per il bene pubblico e le comunità. Alcuni saggi fotografici rappresentano la situazione della località Campimma, su cui convergono le funzioni amministrative e di controllo dei Comuni di Avella, Baiano e Sirignano. E’ un’area colpita a più riprese nel corso degli anni da incendi, completamente privata della folta vegetazione e delle presenze arboree e arbustive di qualche decennio fa, con il suolo denudato e depositi di detriti solidi di varia natura. Ed è un’area che da qualche mese è attraversata da fenditure che potrebbero essere segnali di dissesto prossimo futuro; segnali che richiedono controlli di verifica rapidi e immediati e, in ogni caso, interventi di rimboschimento e risanamento naturalistico con vegetazione autoctona dell’intero sito sotto i riflettori.

Aree montane del baianese incendi e tagli abusivi nei boschi, “annunci” di dissesto idrogeologicoAltri saggi fotografici si riferiscono al complesso montano del Morricone in direzione del Ponte di Acqua Serta, su cui si incrociano le competenze di vari Comuni, tra cui Mugnano del Cardinale e Quadrelle; sono saggi che evidenziano le impronte della inusitata e sconcertante frequenza di incendi e tagli boschivi  che vandalizzano il territorio. Gli uni e gli altri saggi filmati rendono, purtroppo,  una testimonianza soltanto parziale della realtà; e integrano di quello ch’è un autentico e unico  capolavoro-scempio. E’ il capolavoro-scempio perpetrato nel bosco “Pianure”, a  quota 850 metri lungo la direttrice della strada panoramica che s’inarca da Capo Ciesco ad Avella a  Campo San Giovanni sulla quota che supera i mille metri, nel territorio di Summonte. La mano dei tagliatori abusivisti, che utilizzano strumenti efficienti e di sicura  resa, è stata  “abile” da abbattere in grande parte gli alberi secolari del cuore del bosco, lasciandointegri gli alberi della corona perimetrale esterna. Giusto … per non dare nell’occhio degli escursionisti di … passaggio.