Italiani e risparmio: record storico ma poca cultura finanziaria

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Italiani e risparmio: record storico ma poca cultura finanziaria

Il 58% degli italiani risparmia, dato record dal 2005. Eppure l’alfabetizzazione finanziaria resta sotto la sufficienza. Ecco il paradosso italiano.

Italiani campioni di risparmio, ma ultimi in educazione finanziaria

Gli italiani stanno risparmiando come non facevano da vent’anni. Secondo l’ultima indagine sul risparmio realizzata da Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi, il 58% delle famiglie italiane riesce a mettere da parte qualcosa ogni mese. È il dato più alto registrato dal 2005 e segna una crescita costante rispetto al 52% del 2023 e al 56% del 2024.

Eppure, dietro questi numeri incoraggianti si nasconde una contraddizione che merita attenzione: nonostante la propensione al risparmio sia in aumento, il livello di alfabetizzazione finanziaria degli italiani resta tra i più bassi d’Europa.

Perché gli italiani risparmiano di più

Le ragioni di questa crescita sono diverse. Da un lato, il ricordo ancora fresco della pandemia e l’incertezza economica degli ultimi anni hanno spinto molte famiglie a costruirsi un cuscinetto di sicurezza. Dall’altro, l’inflazione elevata del 2022-2023 ha reso più consapevoli i consumatori sulla necessità di pianificare le proprie finanze.

L’indagine distingue due tipologie di risparmiatori. Il 36% mette da parte denaro per affrontare imprevisti futuri, una motivazione tradizionale legata alla prudenza tipica della cultura italiana. Ma emerge anche una nuova categoria, quella dei risparmiatori intenzionali (38%), che pianificano obiettivi precisi come l’acquisto della casa, il futuro dei figli o la pensione.

Il gap della cultura finanziaria

Qui arriva il paradosso. Secondo i dati OCSE, solo il 16,6% degli italiani possiede competenze finanziarie minime accettabili. Un risultato che colloca il nostro Paese al 36° posto su 39 nella classifica mondiale dell’alfabetizzazione finanziaria. L’Edufin Index 2025, elaborato da Alleanza Assicurazioni e SDA Bocconi, conferma questa tendenza: il livello medio di consapevolezza finanziaria si attesta a 56 su 100, sotto la soglia di sufficienza fissata a 60.

In pratica, gli italiani risparmiano molto ma spesso non sanno cosa fare con quei soldi. La liquidità resta la scelta preferita per circa il 31% del portafoglio familiare, con oltre 1.600 miliardi di euro parcheggiati su conti correnti e depositi bancari. Una strategia che, in tempi di inflazione, significa vedere il proprio denaro perdere valore anno dopo anno.

Confronto tra risparmio e alfabetizzazione finanziaria in Italia

La tabella seguente riassume i dati principali emersi dalle ricerche più recenti.

IndicatoreDato 2025
Percentuale di risparmiatori58% (record ventennale)
Alfabetizzazione finanziaria (OCSE)16,6% con competenze adeguate
Edufin Index medio56/100 (insufficiente)
Liquidità sul totale risparmi31% (circa 1.630 miliardi €)
Ansia finanziaria dichiarata73% della popolazione

Il divario tra capacità di risparmio e competenze finanziarie emerge chiaramente da questi numeri.

Il ruolo del digitale nella gestione finanziaria

Un elemento che sta cambiando le abitudini degli italiani è la diffusione degli strumenti digitali. Il 67% della popolazione svolge ormai la maggior parte delle operazioni bancarie online, mentre il 51,8% utilizza app per trasferire denaro in tempo reale. Questa familiarità con il digitale si estende anche ad altri ambiti dell’intrattenimento e dei servizi, dalle piattaforme di streaming a realtà come Runa Casino Online, che rappresentano l’evoluzione delle abitudini di svago verso canali sempre più accessibili e immediati.

Tuttavia, la digitalizzazione dei servizi finanziari non ha ancora colmato il gap di conoscenze. Se da un lato le app bancarie semplificano le operazioni quotidiane, dall’altro non sostituiscono la comprensione di concetti fondamentali come l’interesse composto, la diversificazione del rischio o la pianificazione previdenziale.

Chi è più preparato e chi resta indietro

L’analisi dei dati rivela differenze significative tra i vari gruppi della popolazione.

  • Divario di genere: gli uomini ottengono punteggi superiori di 5 punti rispetto alle donne (59 contro 54 nell’Edufin Index).
  • Differenze geografiche: i residenti al Nord mostrano livelli superiori alla media nazionale, mentre Sud e Isole restano sotto la soglia di sufficienza.
  • Fattore età: gli over 45 risultano più preparati, mentre i giovani tra 18 e 29 anni hanno una preparazione paragonabile a quella di Paesi in via di sviluppo.
  • Previdenza complementare: l’82% degli italiani non ha aderito ad alcuna forma di previdenza integrativa, percentuale che sale oltre l’85% nella Generazione Z.

Cosa si sta facendo per migliorare la situazione

Sul fronte istituzionale, qualcosa si muove. La legge 21/2024 ha inserito l’alfabetizzazione finanziaria tra gli argomenti dell’educazione civica nelle scuole italiane. Il Mese dell’Educazione Finanziaria, che si tiene ogni novembre, propone centinaia di eventi gratuiti rivolti a studenti, famiglie e anziani.

Secondo gli italiani intervistati, per migliorare la situazione servirebbero tre elementi: una fiscalità più favorevole al risparmio (citata dal 32%), maggiore cultura finanziaria diffusa (27%) e prodotti finanziari più semplici e accessibili (27%).

Risparmiare non basta: serve consapevolezza

Il record di risparmiatori italiani è senza dubbio una buona notizia. Dimostra che le famiglie hanno imparato a essere prudenti e a pensare al futuro. Ma risparmiare senza sapere come investire significa rinunciare a opportunità concrete di crescita del proprio patrimonio.

Il passo successivo, per milioni di italiani, è trasformare la prudenza in strategia. Informarsi, confrontare le opzioni disponibili, valutare i propri obiettivi di lungo termine. Perché mettere da parte i soldi è importante, ma sapere cosa farne lo è ancora di più.