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La partita più delicata per il futuro del calcio a Napoli, questa volta, non si gioca in campo ma nelle stanze istituzionali di Palazzo San Giacomo. La vicenda legata al destino dello Stadio Diego Armando Maradona continua infatti a evolversi: il Comune ha aperto alla possibilità di cedere l’impianto al presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, fissando una prima soglia economica che definirebbe il valore dell’infrastruttura.
Il prezzo di riferimento: circa 198 milioni di euro
Secondo quanto filtra dagli ambienti comunali, la stima iniziale prenderebbe come modello l’operazione realizzata a Milano per il diritto di superficie di San Siro, ceduto a Milan e Inter per 198 milioni.
Un parametro che, se confermato, costituirebbe il punto di partenza per qualsiasi trattativa con De Laurentiis.
Il ragionamento è semplice:
• il Maradona è l’unico grande stadio della città;
• è stato candidato ufficialmente per Euro 2032;
• si trova in un quartiere, quello di Fuorigrotta, che offre ampie possibilità di sviluppo urbanistico.
Il Piano regolatore infatti consente al proprietario dell’impianto anche interventi edilizi significativi, come la realizzazione di un albergo dietro la Curva A. Un dettaglio non da poco nel calcolo del valore complessivo dell’area.
Le richieste alla Regione e il nodo finanziamenti
Il sindaco Gaetano Manfredi continua a chiedere alla Regione Campania un contributo da 200 milioni di euro per avviare i lavori di ristrutturazione necessari in vista degli Europei del 2032.
Un finanziamento che, se ottenuto, farebbe crescere ulteriormente il valore dell’impianto.
Con il nuovo presidente regionale Roberto Fico, a cui il Comune guarda con fiducia, potrebbe aprirsi una fase decisiva per sbloccare i fondi e far partire un progetto di riqualificazione che Napoli attende da anni.
Il ruolo del Demanio e i parametri di valutazione
Prima di qualsiasi operazione, il Maradona dovrà essere inserito tra i beni del “patrimonio disponibile” e sarà l’Agenzia del Demanio a stabilirne il valore ufficiale.
Nella valutazione rientrano diversi fattori:
• i circa 30.000 metri quadrati dell’area attuale, che potrebbero arrivare a 50.000 dopo i lavori;
• la capienza dello stadio;
• la redditività dei locali interni e degli spazi esterni;
• i parcheggi da riqualificare;
• gli investimenti passati, come i lavori di Italia ’90 o i 35 milioni delle Universiadi 2019, ancora non completamente ammortizzati.
Una trattativa complessa ma in movimento
Se da un lato De Laurentiis si è mostrato in più occasioni poco incline a condividere investimenti e scelte strutturali con il Comune, dall’altro Manfredi ribadisce la disponibilità a trovare una soluzione definitiva, compresa la vendita dell’impianto.
Il clima è quello di un cauto ottimismo: non ci sono accordi imminenti, ma qualcosa sembra davvero muoversi. E per molti tifosi – e non solo – sarebbe l’avvio di una nuova era per lo stadio simbolo della città.
