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Una tragedia familiare consumata tra fragilità sommerse e silenzi quotidiani, in un appartamento di Nola diventato il simbolo di un equilibrio spezzato.
di Francesco Piccolo
Quello avvenuto a Nola non è soltanto un fatto di cronaca. È la storia dolorosa di due giovani vite sospese tra fragilità, sofferenze interne e silenzi che nessuno è riuscito a decifrare in tempo. Una storia che parla di solitudine, di equilibri delicati, di un mondo interiore che viveva nell’ombra delle giornate, fino al punto di spezzarsi senza ritorno.
In un appartamento di via San Paolo Belsito, nel pomeriggio di oggi, una giovane donna di ventidue anni Noemi Riccardi è stata uccisa dal fratello maggiore venticinquenne Vincenzo Riccardi , con cui divideva la casa da tempo. Entrambi erano seguiti da un centro specializzato e convivevano con difficoltà psicologiche che segnavano la loro quotidianità. La giovane aveva lavorato come barista, un mestiere che aveva lasciato per chiusura dell’attività.
È stata colpita sette volte con un coltello da cucina. L’equilibrio già fragile si è infranto in pochi istanti. Subito dopo, secondo le prime ricostruzioni, il giovane avrebbe cercato la madre in videochiamata, mostrando con disperazione ciò che era appena accaduto. Poi la chiamata al 112, un gesto confuso, forse anche una richiesta tardiva di aiuto.
Quando i carabinieri sono arrivati, il giovane era ancora nell’appartamento, in stato di shock profondo. L’arma usata è stata trovata accanto al corpo. La casa, scenario del dolore, è stata messa sotto sequestro per permettere gli accertamenti.
La giovane trascorreva le sue giornate in quell’appartamento, cercando un equilibrio possibile accanto al fratello. La madre, impegnata nel lavoro per un’impresa di pulizie, non era presente al momento dell’accaduto. La famiglia viveva a Nola da circa due anni, dopo spostamenti e fatiche che avevano già segnato un percorso non semplice.
Gli investigatori lavorano per chiarire ogni dettaglio, ma davanti a tragedie come questa la verità giudiziaria può raccontare solo una parte. Non potrà riportare indietro ciò che è stato perduto, né attenuare il dolore che resta: un dolore che attraversa non solo le mura di quella casa, ma la storia di due giovani segnati dalla fragilità.
Resta il silenzio.
Quello di un appartamento che ora custodisce un vuoto immenso.
Quello di domande che non troveranno risposta.
Quello di vite che chiedevano aiuto, e che non sono state ascoltate abbastanza.
