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Una nuova inchiesta europea accende i riflettori sulla sicurezza dei prodotti per neonati.
Un’indagine condotta dall’organizzazione dei consumatori dTest, con sede a Praga, e pubblicata dal quotidiano britannico The Guardian, ha rilevato la presenza di bisfenolo A (BPA) in tre marchi di ciucci in commercio in Europa, nonostante fossero dichiarati “BPA free”.
Il bisfenolo A è una sostanza chimica ampiamente utilizzata nella produzione di plastiche e resine. Da anni è al centro del dibattito scientifico per i suoi effetti potenzialmente nocivi sulla salute: numerosi studi lo collegano a disturbi ormonali, obesità infantile, infertilità e alcuni tipi di cancro.
Secondo i risultati pubblicati, il marchio Curaprox (Svizzera) avrebbe registrato una concentrazione di BPA superiore ai limiti europei, con 19 microgrammi per chilo, contro i 10 consentiti dallo standard EN 1400.
Quantità inferiori ma comunque rilevabili sarebbero state trovate nei modelli di Sophie la Girafe (Francia) e Philips (Paesi Bassi).
I test di laboratorio hanno simulato l’uso reale dei prodotti, analizzando il rilascio della sostanza chimica in saliva artificiale per valutare il rischio di esposizione nei bambini.
La scoperta ha sollevato forti preoccupazioni poiché, sebbene l’Unione Europea vieti il bisfenolo A nei biberon già dal 2011, la normativa sui ciucci è meno severa, lasciando margini di incertezza sulla sicurezza dei materiali impiegati.
L’azienda Curaprox ha già avviato il ritiro del prodotto incriminato, mentre le altre due case hanno dichiarato che approfondiranno la vicenda con ulteriori analisi indipendenti.
Intanto, le associazioni dei consumatori chiedono un inasprimento delle regole europee e maggiore trasparenza da parte dei produttori.
Il BPA, definito un “interferente endocrino”, può agire anche a basse dosi e accumularsi nel tempo. Gli esperti invitano i genitori a controllare con attenzione le etichette, scegliere ciucci monopezzo in silicone medicale o gomma naturale e sostituirli periodicamente.
La scoperta riaccende un tema che tocca la vita quotidiana di milioni di famiglie: la sicurezza dei prodotti per l’infanzia, ancora troppo spesso affidata alla fiducia nei marchi più noti.
Ma come dimostra questa indagine, la fiducia non basta: servono controlli rigorosi e regole più chiare, perché quando si tratta della salute dei bambini, anche un microgrammo fa la differenza.
