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Sperone – Oggi, lunedì 6 ottobre, alle 19:30 in piazza Luigi Lauro, succede una cosa importante, di quelle vere, di piazza, di popolo: nasce il Comitato Civico per la Difesa del Nocciolo.
Sì, perché qui la gente ne ha piene le tasche di promesse, di tavoli tecnici, di piani regionali che restano sulla carta mentre i noccioleti muoiono e le famiglie restano a guardare il terreno diventare polvere.
“Basta chiacchiere, servono fatti” – dicono gli organizzatori.
E come dargli torto? La verità è che il settore corilicolo è in ginocchio, e chi doveva difenderlo – istituzioni locali e Regione Campania in primis – si è girato dall’altra parte. Un atteggiamento che sa tanto di lavata di mani, di chi preferisce tirare i remi in barca e lasciar affondare chi lavora la terra da generazioni.
Ma c’è ancora chi non si arrende.
Da Sperone, da Avella, da Baiano, da tutta la Bassa Irpinia stanno arrivando cittadini di buona volontà, agricoltori, giovani e meno giovani, pronti a dire “noi ci siamo”.
Gente che non parla da salotto, ma con le mani sporche di terra e il cuore pieno di dignità.
L’obiettivo è chiaro: riaccendere l’attenzione su una crisi che non è solo economica, ma sociale e culturale.
Il nocciolo, per queste terre, non è solo un frutto: è identità, storia, tradizione, famiglia.
E quando muore il nocciolo, muore anche un pezzo d’Irpinia.
Questa sera, in piazza Luigi Lauro, si accende una fiammella. Piccola, forse. Ma sincera.
E chissà che da Sperone non parta davvero una scossa, di quelle che servono a svegliare le coscienze.
Perché come avrebbe detto Funari:
“Qua la gente lavora, e chi governa deve smettere di fare orecchie da mercante. Se non difendiamo la nostra terra, chi lo farà per noi?”
