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La crisi politica a Somma Vesuviana è arrivata al punto di rottura. Tredici consiglieri comunali hanno depositato le proprie dimissioni, determinando la fine anticipata del mandato del sindaco Salvatore Di Sarno. La frattura interna alla maggioranza, maturata negli ultimi mesi, si è trasformata in una vera e propria resa dei conti. L’uscita di esponenti di peso del Partito Democratico e dei Verdi, unita alle indiscrezioni su una possibile candidatura della moglie del sindaco alle prossime elezioni regionali, ha accelerato il processo di sgretolamento politico.
L’atto formale, protocollato nel pomeriggio, ha avviato le procedure per il commissariamento del Comune. La caduta dell’amministrazione segna uno spartiacque nella vita politica sommese e apre scenari incerti per il futuro, con una città che si trova improvvisamente priva di una guida politica ed esposta al rischio di un lungo periodo di gestione straordinaria.
Nella stessa giornata, un terremoto istituzionale ha colpito anche Ottaviano. Qui la maggioranza dei consiglieri comunali ha rassegnato le dimissioni in blocco, determinando la sfiducia del sindaco Biagio Simonetti e la decadenza dell’intera amministrazione.
Due eventi paralleli che, nel giro di poche ore, hanno lasciato senza governo locale due realtà centrali dell’area vesuviana. La caduta delle giunte di Somma Vesuviana e Ottaviano non è soltanto un episodio di cronaca politica, ma il segnale di una fragilità strutturale che investe i rapporti di forza nei comuni campani, spesso condizionati da equilibri interni instabili e da logiche di candidatura che travalicano i confini municipali.
La conseguenza immediata sarà il commissariamento dei due enti da parte della Prefettura. La conseguenza politica più profonda sarà invece la necessità, per i partiti, di ridefinire strategie e alleanze in vista delle prossime tornate elettorali, con il rischio che i cittadini assistano ancora una volta a una stagione di incertezza istituzionale.
