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Una carriera luminosa e influente
Nato il 7 giugno 1936 a Militello in Val di Catania, Pippo Baudo si laureò in giurisprudenza all’Università di Catania, senza però intraprendere la carriera forense. Inizialmente si avvicinò al palcoscenico e alla televisione, collaborando anche con Tuccio Musumeci nel suo esordio artistico. Negli anni Sessanta esordì in Rai con vari programmi come Guida degli emigranti, Primo piano e varietà musicali. Il successo arrivò nel 1966 con Settevoci, un varietà domenicale che catapultò la sua carriera. Festival di Sanremo e varietà storici: Ha condotto il Festival di Sanremo ben tredici volte tra il 1968 e il 2008, rivestendo anche per sette edizioni il ruolo di direttore artistico . Tra i programmi iconici che ha condotto figurano Canzonissima, Domenica In, Fantastico, Novecento e molti altri, lanciando grandi talenti come Andrea Bocelli, Laura Pausini, Giorgia, Heather Parisi, Lorella Cuccarini, Eros Ramazzotti, e tanti altri. Pippo Baudo è stato premiato numerose volte, vincendo Telegatti, Premi Regia Televisiva e ricevimenti alla carriera per la sua lunga influenza nel mondo dello spettacolo .
L’addio: una perdita per la cultura italiana
La scomparsa: Pippo Baudo è morto il 16 agosto 2025 a Roma, all’età di 89 anni. La notizia è stata confermata dal suo storico avvocato Giorgio Assumma. Diverse testate parlano di lui come un “gigante della televisione italiana” e una vera icona dell’intrattenimento . Tra gli aneddoti toccanti, durante il Festival di Sanremo, Baudo fu protagonista di un episodio drammatico: riuscì a sventare il suicidio di una persona minacciata di buttarsi dalla balconata del Teatro Ariston .
Pippo Baudo non è stato solo un conduttore: è stato il volto e la voce di cinque decenni di televisione italiana, capace di trasformare ogni programma in un evento culturale e televisivo. Ha scoperto e valorizzato talenti, ha creato momenti indimenticabili per il pubblico, ed è rimasto un punto fermo della Rai e dell’identità popolare.
Con la sua scomparsa, l’Italia perde non solo un grande artista, ma un pezzo della propria storia televisiva e culturale.
