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Il 1° luglio 1963 segna una tappa fondamentale nella storia della logistica e della comunicazione: in questa data, il Servizio Postale degli Stati Uniti (USPS) introdusse ufficialmente il sistema ZIP Code (Zone Improvement Plan), con l’obiettivo di rendere più rapida, efficiente e precisa la distribuzione della posta su tutto il territorio nazionale.
Fino a quel momento, la posta veniva smistata manualmente, affidandosi esclusivamente alla lettura dell’indirizzo scritto a mano e alla conoscenza geografica degli impiegati postali. Un metodo sempre più inadeguato, soprattutto a fronte dell’enorme aumento del volume postale registrato negli anni del boom economico e demografico del secondo dopoguerra.
Con l’introduzione del ZIP Code, ogni indirizzo veniva associato a un codice numerico a 5 cifre, in grado di identificare con esattezza una determinata area geografica:
Le prime tre cifre individuano una grande regione, città o centro di smistamento;
Le ultime due cifre si riferiscono a zone specifiche all’interno di quella regione.
Il nuovo sistema ha rappresentato un salto di qualità tecnologico e organizzativo, consentendo al USPS di velocizzare lo smistamento automatizzato e migliorare l’affidabilità delle consegne.
Nel 1983, fu introdotto il formato esteso ZIP+4, che aggiungeva quattro cifre ulteriori per individuare ancora più precisamente un edificio, un isolato o un ufficio specifico.
Il successo del modello ZIP ha ispirato numerosi altri paesi, che hanno adottato o adattato sistemi simili, tra cui l’Italia con il suo CAP (Codice di Avviamento Postale), introdotto nel 1967.
Oggi, a distanza di oltre sessant’anni, il ZIP Code rimane uno degli strumenti chiave nell’organizzazione della posta e nella logistica di milioni di spedizioni quotidiane, continuando a rappresentare un punto di riferimento nel mondo della comunicazione e del commercio.
