Baiano Focus, all’Incontro – I capitoli matrimoniali nella terra di Baiano, nel ‘600.

Baiano  Focus, all’Incontro   I capitoli matrimoniali nella terra di Baiano, nel ‘600.

Il saggio monografico di Michele Mercogliano e la riscoperta del microcosmo locale nel regno di Napoli della dominazione spagnola. Il Concilio di Trento e il matrimonio nel diritto canonico.

La rilevanza culturale dellarchivistica e della ricerca documentale analitica nel dialogo di Stefanina Belloisi con lautore del testo.

di  Gianni Amodeo – Fotoservizio, Carmine Montella

La premessa è d’obbligo.

E vale per rendere omaggio al garbo creativo, con cui Stefanina Belloisi, studiosa di storia e tradizioni locali, ha conferito  tocchi di nitida raffinatezza e, al contempo, di sobria scenografia al tavolo, di cui ha curato l’allestimento nei locali de LIncontro per la presentazione dell’articolato saggio monografico di Michele Mercogliano, nella perspicua ed accurata riscoperta de I capitoli matrimoniali nella terra di Baiano, dal 1604 al 1612 – nel contesto della dominazione spagnola nel regno di Napoli,-  e del suo piccolo mondo sociale correlato con leconomia dellautoconsumo, calibrata in prevalenza sulle attività agricole e boschive, da sempre praticate sul territorio, con riferimento particolare per le risorse produttive del Monte Arciano.

 Sprazzi visivi quasi per creare l’atmosfera evocativa in coerente stile tematico, affidati  al fine copritavolo colorato e ricamato a mano, sul cui centro spiccava una piccola candela, sorretta da un candeliere di vetro splendente con pari brillantezza dei bicchieri e delle due caratteristiche brocche piene d’acqua, per non dire del composito ed invitante  vassoio  di prugne giallo-rosacee, appena raccolte nel fazzoletto dell’orto di casa, curato all’insegna dell’operoso e performante modello biologica, e che s’allunga tra via Santi Apostoli, su cui si affaccia la storica omonima Chiesa, e l’antico quartiere dei Vesuni.  E, per completare e … variare l‘apparato, ecco la lente d’ingrandimento alla Sherlock Holmes, a far da tondeggiante mostra di sé, in modalità di simpatica metafora per l’impegno metodico e paziente, con cui l’autore del saggio si dedica  alla ricerca storiografica dei territori  con grande passione e certosino scrupolo fin nei minimi dettagli- compatibilmente con le primarie esigenze di lavoro professionale, quale funzionario della Società autostrade,-  frequentando sia gli Archivi di Stato che di Chiese parrocchiali ed Ordini religiosi.

Un itinerario, lungo il quale l‘ attuale impegno di Mercogliano è catalizzato dalla ricognizione delle disposizioni e clausole, trascritte nei testamenti e negli atti dei lasciti ereditari riferibili al ‘700, con prevalente rilievo per il contesto territoriale dell’attuale Unione intercomunale dellAlto Clanio, con popolazione di circa 30 mila abitanti, riducibile ad alcune migliaia di abitanti, se rapportata a tre secoli orsono, giusto per restare nelle proporzioni degli ambiti realistici, dando compiutezza di senso alla ricerca, in ragionevole entità numerica, per quanto generica e approssimativa. Un approccio di profilo socio-antropologico ed economico certamente significativo nella trasmissione testamentaria dei beni, che, per se stesso e per una visione la più organica possibile, almeno per fugaci e sommi capi, si innerva e colloca nel più generale e vasto regime della feudalità  dominante in molteplici scenari italiani ed europei dellepoca.

 Una feudalità ancora pervasiva nei suoi assetti di potere persistenti e stratificati, pure a fronte degli slanci e impulsi di modernità  che si profilavano in netta crescita nello sviluppo del sistema imperiale anglosassone di respiro intercontinentale, di cui era parte integrante il supporto della prima rivoluzione industriale, con la simbolica icona della macchina a vapore, fulcro del trasporto ferroviario e ancoraggio per l’incremento delle attività manifatturiere a raggiera larga, prima tra tutte quella tessile. Una feudalità, sostanzialmente parassitaria, che per secoli ha amministrato e gestito in larga, se non totale, misura, estesi patrimoni immobiliari e la diffusa proprietà della terra, paradigmi unici ed esclusivi di ricchezza reale, a fronte di comunità e popolazioni che in larga  maggioranza vivevano di economia agropastorale, sottoposte a vessazioni di vario genere e a regimi fiscali di pesante esosità, accentuate dalla marginalità sociale, in cui erano relegate. E duramente condizionate, anzi del tutto penalizzate, nelle capacità di autonoma evoluzione sociale e culturale, toccando una delle più corpose soglie apicali proprio  nel ‘600, un secolo decisamente complesso nelle contraddizioni e complicato di eventi, iniziato il 17 febbraio con le fiamme del rogo, su cui fu immolato Giordano Bruno, a Campo de’ Fiori, a Roma, condannato dall’Inquisizione  per eresia verso i dettami ecclesiastici, così come venivano dispiegandosi sulla scia del Concilio di Trento, risalente alla seconda metà del ‘500.

 Un secolo, quello del ‘600, in cui proprio nel regno di Napoli, si propagò la devastante peste bubbonica nel 1656, seguendo di circa un decennio, la sanguinosa rivolta di Masaniello, contro l’ennesimo incremento delle gabelle imposto dal governo spagnolo, a carico dei popolani. Ed il  ‘600, è anche lesaltante e il modernizzante Secolo della civiltà del libro, che prende forma consistente e estensione ramificata con la tecnica dei caratteri mobili introdotta nel ciclo della stampa da Giovanni Gutenberg, nell’operosa e industre Magonza, nel più ampio scenario della diffusione della Riforma protestante, professata e propugnata da Martin Lutero.

 Era il sistema, riprendendo il … filo, di cui beneficiavano soprattutto  le feudalità laiche, oltre che quelle del cosiddetto alto clero, e, in genere, ecclesiastiche, spesso connesse tra loro da circolari interazioni famigliari, includendo gli ordini religiosi nelle articolazioni costituite da abbazie e conventi, in grado di esercitare considerevoli funzioni di veri e propri potentati. Un dato di realtà storica generale, quello delineato, per un quadro che concorre a dare una connotazione cognitiva meglio strutturata alla ricerca documentale in divenire, per quanto possa attestarsi ed essere circoscritta al semplice e puro profilo filologico dello stretto linguaggio e delle formule notarili da vagliare e focalizzare.

Di certo, quella dei testamenti e dei lasciti ereditari del ‘ 700, è una prospettiva di conoscenza, che corrisponde ad un altro tassello dell’ identità sociale del territorio per quanto ristretto sia; una prospettiva, che integra e completa il percorso che Mercogliano ha, tuttavia, il precipuo ed encomiabile merito di aver  già analizzato in modo esaustivo sotto un’altra e distinta angolatura, nel saggio intitolato – Vis et volo, da intendersi come tu vuoi e io voglio-, la formula di scambievole fiducia che sanciva la volontà dellunione matrimoniale delluomo e della donna, per aprirsi alla lettura e rivisitazione integrale dei cosiddetti capitoli matrimoniali, alla luce delle trascrizioni dei registri del Notaio Giuseppe Picciocchi, riferibili al contesto  della piccola comunità che viveva appunto nella terra di Baiano, tra il 1604 e il 1612. Come dire, un tema e un microcosmo definiti, con datazione contenuta nel vissuto di otto anni, in uno di quegli  assetti amministrativi delle terre che costituivano il  vasto ambito geo-fisico e socio-economico del regno di Napoli, inclusivo dell’intero Sud, fatta eccezione per la Sicilia.

E sul versante dei capitoli matrimoniali,  nell’ambito delle disposizioni del Diritto canonico, in ordine all’indissolubilità del matrimonio con i correlati principi di pubblicità \ pubblicazioni  secondo il Concilio di Trento, contrastando le diffuse pratiche ed usanze dei matrimoni clandestini, si sviluppava il dialogo animato da Stefanina Belloisi e Michele Mercogliano, con la coordinazione di chi scrive queste righe. Un ricco e ben strutturato confronto, dando evidenza all’importanza della ricerca documentale, quale cartina di tornasole per la lettura e comprensione di fatti ed eventi, nella loro essenzialità realistica. Una ricerca che è fatta di approfondimenti e riscontri in verifiche puntuali a tutt’arco, in cui si incrociano e corrispondono in reciproco arricchimento sensibilità e studio, senza tesi preconcette e pregiudizi, con cui la conoscenza è svilita ed immiserita, cedendo il passo alla faziosità deteriore e all’ottusa partigianeria. Di rilievo specifico per il carattere convenzionale e contrattuale, la formazione dei capitoli matrimoniali, nel quadro dell’ affectio maritalis, intesi quale compendi di beni funzionali al matrimonio e alla famiglia, in contesti di economia modesta, quali erano quelli peculiari dell’autoconsumo. Una genesi che contemplava la funzione mediatrice del sensale o dei sensali, e via seguendo …

            Interessante su queste tracce lo squarcio che Stefanina Belloisi, apriva sull’importanza dei beni culturali e ambientali, nel quadro delle azioni di tutela, salvaguardia e valorizzazione che fanno riferimento allo Stato e alle sue articolazioni territoriali. Uno squarcio correlato agli anni ’70 del secolo scorso, anni di importanti riforme di sociale utilità ed evoluzione, ancorché segnati dalle tragedie e stragi del terrorismo fascista e del brigatismo rosso. Sono le riforme, tra le quali si colloca quella per i beni culturali e ambientali, con l’istituzione dello specifico dicastero, fortemente voluta, la prima e … voluto, il secondo,  da Giovanni Spadolini, presidente del Consiglio e ministro della difesa, storico, scrittore e giornalista di spiccata cultura laica e repubblicana, con ascendenza mazziniana. E alla finezza filologica dell’italianista, qual Spadolini, era, l’uso della preposizione per, nel connotare il dicastero da istituire, per marcare le precipue e assolute finalità che lo Stato assumeva nel farsi carico dei beni culturali e ambientali da salvaguardare e tutelare, promuovendone la conoscenza.

          Il sigillo al Focus sulla monografia di Mercogliano, era impresso dalle voci poetiche di Romeo – per gli amici … più stretti, Mimì-, Lieto, e Carmine Montella, generoso … tuttofare, a cui si deve il servizio fotografico a corredo del testo. MimìRomeo, leggeva i versi di un fine scherzo … poetico in vernacolo napoletano, nella versione della parlata … nostrana, dedicato, neanche a dirlo al  Maio, affidato … alla custodia in vetro di un elegante quadro, che era donato a Stefanina Belloisi. Un dono speciale, accompagnato dal dono di un brioso collage narrativo di fatti e personaggi di vita locale, scritto da Romeo Lieto.  E allo scherzo … poetico di Lieto,  Carmine Montella … rispondeva con l’eleganza dei versi  Vis et volo, composti a … tamburo battente … in poche ore, per fissare la storia damore di Laura e Jacopo, con l’epilogo in matrimonio. Storia d’amore in purezza di sentimenti e … cuore senza interessi particolaristici ed economici, nel libero consenso dei contraenti. Senza forzature …

 Ed è un precetto esplicito di Diritto canonico

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