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PALMA CAMPANIA – Fa discutere l’ordinanza firmata dal sindaco Nello Donnarumma che vieta, su tutto il territorio comunale, le cosiddette “molestie olfattive” provenienti da cucine, laboratori alimentari e perfino abitazioni private. Una misura che, secondo molti, finisce per colpire indirettamente la comunità bengalese, una delle più numerose del Sud Italia e fortemente radicata a Palma Campania.
Nel mirino del provvedimento – sebbene mai citati in modo esplicito – ci sarebbero piatti tipici della tradizione asiatica come il biryani, il pulao, il khichuri o le polpette kofe, noti per i profumi speziati e intensi. L’ordinanza n. 105 prevede sanzioni fino a 500 euro per chi non adotterà accorgimenti in grado di limitare gli odori ritenuti “molesti”.
“Non si tratta di razzismo – ha dichiarato il primo cittadino – ma di una questione di rispetto per la vivibilità urbana. Alcuni residenti ci hanno segnalato fastidi, anche fisici, legati alla costante esposizione a certi odori. È una misura di buon senso”.
Ma la decisione ha scatenato polemiche. Sui social in molti si chiedono chi sarà a stabilire cosa è “molesto” e cosa no, mentre alcune associazioni per i diritti civili parlano apertamente di discriminazione. “È un provvedimento ambiguo – si legge in alcuni commenti – che rischia di alimentare tensioni culturali e colpire in modo selettivo alcune fasce della popolazione”.
Palma Campania, comune multietnico e laboratorio di integrazione, si ritrova così al centro di un acceso dibattito nazionale, dove il tema della convivenza tra culture diverse torna a incrociare quello delle regole della vita urbana. 
