Memoir di Silverio Serpico, già sindaco di Cicciano per dieci anni e consigliere, nonché assessore alla provincia di Napoli

Memoir di Silverio Serpico, già sindaco di Cicciano per dieci anni e consigliere, nonché assessore alla provincia di Napoli

Politico e amministratore di operosa trasparenza.

Silverio Serpico, limpegno al servizio dellasuaCicciano e dellarea nolana     Tra gli anni60 e80 del secolo scorso  è stato tra maggiori protagonisti dellazione della Democrazia cristiana nel contesto metropolitano di Napoli, riconoscendosi nell’anima del moderatismo pragmatico del partito scudocrociato, di cui il maggiore interprete è stato Amintore Fanfani, a più riprese presidente del Consiglio e ministro. 

di Gianni Amodeo

Memoir di Silverio Serpico, già sindaco di Cicciano per dieci anni e consigliere, nonché assessore alla provincia di Napoli            Il politico ha la visione generale dei problemi, la cui soluzione corrisponde alla migliore programmazione delle scelte praticabili per la realizzazione di opere e interventi, funzionali alla civile convivenza sui territori; è la visione, che apre le prospettive della condivisione e di un congruo patto sociale, coniugando responsabilità e legalità nella giustizia. L’amministratore, a sua volta, nel recepire il mandato conferitogli, si fa carico dell’attuazione degli obiettivi prefigurati nel programma elettorale proposto o, almeno, di concorrere alla sua concreta realizzazione nelle modalità più compiute possibili.

E’ una figura istituzionale, quella dell’amministratore che si connota– o si dovrebbe connotare, spogliandosi di ogni interesse particolaristico- d’imparzialità nellesercizio delle sue funzioni, ad esclusivo ed unico supporto della bene comune; ma, di fatto, è una figura piuttosto rara da identificare e riconoscere nella realtà del gran parte dei Comuni e della generalità degli Enti sovra comunali, operanti- si fa per dire- nel Sud, che sono sempre in affanno, irretiti nell’inettitudine con mille contraddizioni e tanti deteriori favoritismi che calpestano e comprimono la cosa pubblica.

            Silverio Serpico, avvocato di professione, che se n’è andato a 92 anni d’età, con il fare discreto e riservato tanto peculiare alla sua personalità, coniugava in pieno la dimensione del politico con quella del saggio amministratore che opera, Una rarità, sperimentata e messa alla prova con  significativi esiti nella sua Cicciano, dov’era nato ed ha sempre risieduto, di cui è stato Primo cittadino dal 1960 al 1970, avendo assunto l’incarico di guida dell’ Ente di corso Garibaldi, all’età di 29 anni, in rappresentanza della Democrazia cristiana. Un decennio scandito dalla realizzazione di opere pubbliche di primaria rilevanza e irrinunciabile utilità sociale, tra cui la rete fognaria e la messa in sicurezza dell’intero territorio comunale rispetto ai frequenti straripamenti di lagni e rivi che da sempre affliggevano la comunità cittadina. Una dura condizione, che, a lungo e per motteggio … scherzoso, è valsa  ad affibbiare a Cicciano  l’appellativo… della Venezia del Sud. E con l’attenzione alla risoluzione delle criticità di riassetto e sicurezza territoriale, si ponevano le condizioni di una adeguata crescita urbanistica che  fa di Cicciano un’importante realtà cittadina dell’intera area nolana, con forti interazioni verso la Bassa Irpinia.

            L’avvocato Silverio Serpico, con formazione culturale ancorata al messaggio del cristianesimo sociale e del cattolicesimo democratico dell’ Azione cattolica, in pratica, può essere considerato il fondatore della Democrazia cristiana in città, in virtù anche e soprattutto delle iniziative che, ad ampio spettro, caratterizzarono la presenza del Movimento giovanile del partito scudocrociato sul territorio, specie tra gli anni ’50 e ’60. Un contesto, in cui seppe incontrare, interpretare e includere nell’azione della Dc e dell’amministrazione comunale  le istanze del mondo agricolo, ch’era la solida piattaforma della  ben strutturata economia locale.

           Memoir di Silverio Serpico, già sindaco di Cicciano per dieci anni e consigliere, nonché assessore alla provincia di Napoli E dalla sfera strettamente cittadina, per Silverio Serpico si aprirono gli orizzonti per rappresentare il territorio intercomunale, nel complesso e difficile di Collegio Nola, per l’elezione nel Consiglio provinciale di Napoli. Un impegno superato in più mandati con ampiezza di consensi. E nell’amministrazione dell’ Ente di piazza Matteotti, Silverio Serpico  svolse anche il ruolo di assessore alla Pubblica istruzione, realizzando anche interventi per lo sviluppo e l’incremento dell’edilizia scolastica ed un efficiente programmazione per i servizi scolastici.

            Era uomo del vero fare che scaturiva dalla visione d’insieme della realtà, come s’è detto. E, Silverio Serpico, eccellente oratore e di perspicace incisività argomentativa, portava in questo modo di operare, la dimensione della cultura  moderata della Democrazia cristiana, che si saldava con lo spirito pragmatico, che gli derivava dall’adesione alla corrente, ispirata da Amintore Fanfani,  presidente a più riprese del Consiglio e ministro del Bilancio negli anni che fecero da innesco e accompagnarono il boom economico. Poi, il cambio rapido dei tempi, e per Silverio Serpico, che aveva ripreso l’attività professionale,  non c’era più spazio per la politica attiva, anche se restava sempre ben impressa nella sua anima, come intima passione. E si profilava ogni qual volta mi capitava d’incontrarlo, con la classica borsa di cuoio gonfia di atti e documenti di Tribunale; e si conversava nei pressi delle edicole di giornali in via on. le Francesco Napolitano  o in piazza Duomo, a Nola.

            Era la passione che soffriva verso la realtà dell’area nolana ferma nell’immobilismo, come per un sortilegio inamovibile. E non può sfuggire, in questo pur rapido schizzo di memoir, che Silverio Serpico è stato l’inappuntabile cronista e tifoso del formidabile e strepitoso Cicciano calcio sulle pagine di Sport Sud, il bel settimanale dai paginoni con ricchi corredi fotocolor, diretto da Gino Palumbo.

 Correvano gli anni ’50 ….