AVELLA. Enza Luciano: “CASO ABATE: AZIONI E RESPONSABILITA’” Ecco tutta la verità

AVELLA. Enza Luciano: CASO ABATE: AZIONI E RESPONSABILITA’ Ecco tutta la verità

Riceviamo e Pubblichiamo. Continua il botta e risposta tra la Luciano e la maggioranza, ecco tutta la verità della vicenda raccontata da Vincenza Luciano in un manifesto pubblico in affissione.

Ai miei Concittadini … Facciamo una parziale sintesi delle azioni poste in essere da alcune “persone” nella triste vicenda di Pasquale Abate.

1) C’è stato chi in qualità di Presidente del Consiglio Comunale di Avella: abitazione degli Abate; autunno scorso, successivamente revocato;

A) ha ricoperto il ruolo direttore dei lavori di quella che era l’abitazione degli Abate;

B) ha firmato la relazione tecnica sulla base della quale il capo dell’ufficio tecnico del Comune ha rilasciato un permesso in sanatoria nell’autunno scorso, successivamente revocato;

C) ha ancora una volta ricoperto l’ulteriore ruolo di direttore dei lavori anche della procedura di autodemolizione, non andata a buon fine, e conclusasi con le dimissioni, sempre dello stesso identico direttore dei lavori/ingegnere/presidente del consiglio comunale, che non ha neanche steso una relazione tecnica per spiegare le motivazioni per cui l’autodemolizione non è stata eseguita;

D) ha accompagnato, nella stragrande maggioranza dei casi, Pasquale Abate, da uno studio legale ad un altro – sempre in veste di direttore dei lavori/ingegnere/presidente del consiglio comunale – ascoltando “fior fior” di avvocati dire chiaramente ciò che si poteva e ciò che non si poteva fare, al fine di aiutare Pasquale e ciononostante non è stato in grado di tutelarlo;

E) ha convocato, poi, fuori ogni ragionevole tempo massimo un Consiglio Comunale che non è servito a nulla.

2) C’è stato, anche, chi in qualità di Dirigente dell’Area Urbanistica del Comune:

A) ha indetto la gara d’appalto per individuare la ditta che avrebbe dovuto eseguire la demolizione;

B) ha concesso un permesso in sanatoria nel mese di ottobre 2013;

C) ha sospeso il conferimento di incarico alla ditta vincitrice dell’appalto;

D) ha dato il “nulla osta” alla procedura di autodemolizione, senza garantirne il risultato;

E) è stato poi obbligato da un ordine insindacabile, proveniente legittimamente dall’autorità competente, a riaffidare l’incarico della demolizione alla ditta che in un primo momento aveva vinto l’appalto;

F) ha revocato il provvedimento in sanatoria già concesso.

3) C’è stato, poi, chi in qualità di Sindaco:

A) ha consentito che il cognato-avvocato difendesse Abate;

B) ha trascinato un intero Consiglio Comunale in una situazione ai confini della legalità;

C) ha oltraggiato la Magistratura e le Forze dell’Ordine;

D) ha illuso Abate e tutti i consiglieri comunali facendo credere che con una delibera consiliare “generica” e “tardiva” la casa si salvasse.

4) C’è stato, infine, chi in qualità di Consigliere di Opposizione

(la sottoscritta):

A) HA CHIARAMENTE DETTO AD ABATE, POCO PRIMA DEL CONSIGLIO COMUNALE, CHE NON C’ERA PIÙ NULLA DA FARE;

B) NON HA PARTECIPATO ALLA RIUNIONE VOLUTA DAL SINDACO E ALLO STESSO CONSIGLIO COMUNALE PERCHE’:

– convinta che la proposta del Sindaco avrebbe portato alla demolizione della casa, facendo perdere ai signori Abate la proprietà di tutto il suolo;

– sapeva che nessuno collega consigliere le avrebbe dato ascolto oppure che avrebbero cercato di far ricadere sulla stessa (Enza Luciano) la responsabilità (politica) del non aver fatto la delibera e, quindi, di essere stata colpevole della demolizione dell’immobile, pur non avendo alcuna colpa.

 Da queste azioni ne discendono le mie richieste:

  • di dimissioni del Presidente del Consiglio Comunale, anche come consigliere comunale;
  • di dimissioni del Sindaco;
  • di revoca del capo dell’Ufficio Tecnico.

Consapevole di aver agito in modo corretto nei confronti di tutti, ricordo che non c’è stato un collega consigliere comunale che, con gli atti alla mano, ha chiesto il mio parere sulla proposta di delibera presentata dal Sindaco, finita poi sotto sequestro penale: neanche una telefonata!

Io non ho tradito né fatto la furba nei confronti di nessuno. Ma neanche potevo diventare il “capro espiatorio” della situazione, facendomi usare ad arte dai mestieranti della politica locale.

Ho avuto solo la lucidità di non farmi trasportare in quello che, secondo me, era un “suicidio di massa”, organizzato dal “padrone del vapore”, il quale oggi dice di non aver avvertito la mia vicinanza alla vicenda: e per forza mi hai estromessa TU, con arroganza e prepotenza, 9 mesi fa da questa triste storia. TU, signor Sindaco, hai preteso che io venissi allontanata e bandita, altrimenti non si sarebbe fatto nulla. Hai voluto la scena tutta per te, bene, ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ed ancora hai il coraggio di parlare?

Vostra, Enza Luciano