QUINDICI. La Carovana internazionale Antimafie entra nelle periferie

QUINDICI. La Carovana internazionale Antimafie entra nelle periferie

(1) Bassa Irpinia

La Carovana internazionale Antimafie entra nelle periferie, luoghi dove coesistono malessere sociale e forte pressione malavitosa, e fa tappa a Quindici. Una comunità dove, grazie all’impegno di Libera e delle Istituzioni, la cittadinanza sta rialzando la testa dopo anni di strapotere camorristico. La Carovana Antimafie ha visitato l’ex villa bunker dei Graziano. Poco prima, il passaggio a Pago dove il vessillo di Libera è stato apposto sull’ingresso dell’altra abitazione che, a breve, potrebbe essere confiscata ai clan: quella in cui hanno abitato, fino al 19 maggio scorso, i familiari di Biagino Cava. Arrivati a Quindici, ci si è subito resi conto che nelle stanze in cui un tempo i boss architettavano raid ed attentanti, oggi sorgono sale riunioni, uffici e laboratori. Quelli in cui, tra qualche settimane, andrà a regime l’attività industriale del maglificio 100Quindici Passi. A dare il benvenuto alla Carovana c’erano loro, i 7 dipendenti della cooperativa Oasiproject, coloro i quali, vincendo un pubblico concorso presso la Prefettura di Avellino. Nel maglificio, tra gli altri, lavorerà anche Sebastiano Scibelli. E’ il fratello di Nunziante, la prima vittima innocente della faida tra i clan Graziano e Cava.