
Ancora un veicolo distrutto dalle fiamme. Ancora una volta, lo scenario è lo stesso: l’autostrada A16, tra i caselli di Baiano e Avellino Ovest, una tratta che si potrebbe ribattezzare con un nome sinistro ma sempre più evocativo: “la Tratta del Diavolo”.
Questa mattina è toccato a un pullman, divorato da un incendio mentre affrontava la salita che porta a Monteforte Irpino. Un rogo violento, improvviso, che ha costretto l’autista ad accostare e i passeggeri a mettersi in salvo. Fortunatamente, nessun ferito. Ma il mezzo è stato completamente distrutto.
Non è un caso isolato. L’elenco dei veicoli andati in fiamme su questo tratto dell’autostrada è lungo e impressionante: auto, furgoni, autocarri, persino autobus. Una frequenza inquietante che rende questo tratto di pochi chilometri uno dei più temuti da chi viaggia regolarmente.
Le cause? Ancora poco chiare. Alcuni tecnici parlano della forte pendenza e dello sforzo prolungato dei motori, in particolare dei mezzi pesanti. Altri segnalano possibili problemi strutturali, carichi eccessivi o difetti nei sistemi di raffreddamento dei mezzi messi sotto stress dalla salita. C’è chi ipotizza addirittura che la conformazione del manto stradale possa contribuire a un surriscaldamento anomalo anche se di incendi si verificano anche in inverno.
Qualunque sia la spiegazione, il dato resta: troppi veicoli prendono fuoco lungo la Baiano-Avellino Ovest, e ogni volta il bilancio sfiora la tragedia.
Gli automobilisti iniziano a percorrere quella salita con un misto di ansia e rassegnazione. E mentre i Vigili del Fuoco continuano a intervenire con tempestività, manca una vera risposta strutturale: indagini, interventi tecnici, prevenzione come la messa a disposizione di estintori lungo il tratto autostradale.
Nel frattempo, l’A16 continua a bruciare. E finché nessuno accenderà un faro su questo tratto maledetto, la “Tratta del Diavolo” continuerà a far paura — non solo per le fiamme, ma per l’inquietante silenzio che le accompagna.