“ACCADDE OGGI”. 4 maggio 1994: il mondo saluta Ayrton Senna, l’ultimo addio a un eroe della Formula 1

ACCADDE OGGI. 4 maggio 1994: il mondo saluta Ayrton Senna, l’ultimo addio a un eroe della Formula 1

San Paolo, 4 maggio 1994 – È il giorno dell’ultimo saluto ad Ayrton Senna, il campione brasiliano scomparso tragicamente tre giorni prima, il 1º maggio, durante il Gran Premio di San Marino sul circuito di Imola. Un incidente terribile alla curva del Tamburello ha messo fine alla vita di un pilota che era diventato leggenda già in pista, e mito eterno nel cuore di milioni di persone.

Il 4 maggio, San Paolo del Brasile si ferma. Il corpo del tre volte campione del mondo viene accolto con onori da eroe nazionale. Migliaia di persone affollano le strade, milioni seguono in diretta tv una delle cerimonie funebri più partecipate della storia dello sport. La capitale paulista si tinge di dolore e silenzio, interrotto solo dagli applausi e dai cori dei tifosi, che salutano il loro idolo con la bandiera verde-oro sul cuore.

Un funerale da stato per un uomo oltre lo sport

Le esequie si svolgono con il rito di Stato, alla presenza delle massime autorità brasiliane, ma anche di figure internazionali del mondo della Formula 1 e dello sport. I suoi colleghi piloti, profondamente colpiti dalla tragedia, rendono omaggio a chi rappresentava non solo un punto di riferimento tecnico, ma un modello umano: Alain Prost, suo grande rivale, tiene simbolicamente la bara; Gerhard Berger, Jackie Stewart, Damon Hill, Emerson Fittipaldi sono solo alcuni dei nomi presenti.

Ayrton Senna non era solo un pilota, ma un uomo impegnato nel sociale, profondamente legato alle sue radici. Attraverso la sua Fondazione – che la famiglia porterà avanti dopo la sua morte – aveva già avviato progetti per l’infanzia e per i più fragili. È per questo che, al di là dei trofei, delle pole position e delle gare leggendarie sotto la pioggia, la sua scomparsa ha lasciato un vuoto molto più grande di quello sportivo.

Una nazione (e non solo) in lacrime

Quel 4 maggio, il Brasile non perse soltanto un campione, ma un simbolo nazionale, un esempio di passione, determinazione e spiritualità. Il corteo funebre attraversò le vie principali di San Paolo, scortato da militari e seguito da una marea silenziosa di persone comuni: bambini, anziani, giovani, uomini e donne che avevano visto in lui la speranza di riscatto e l’orgoglio di un intero Paese.

A 31 anni, Senna moriva in pista, nel luogo dove aveva sempre cercato di superare i limiti. Ma il 4 maggio 1994 ne consacrava il ricordo per sempre: non più solo campione del mondo, ma campione dell’umanità.