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Sabato 20 settembre, alle ore 10,00, si è tenuto nel Teatro Colosseo di Baiano la presentazione del progetto di Collegamento Ferroviario Napoli – Avellino a cura dell’ANCE. Il tema oggetto del dibattito, coordinato da Silvana Acierno era il seguente: Quali prospettive per il Baianese?L’Ance di Avellino (associazione costruttori), su lodevole iniziativa del suo illuminato presidente Silvio Sarno, ha meritoriamente studiato e presentato un progetto finalizzato a superare l’isolamento della città dai collegamenti regionali e nazionali. L’aspetto positivo, dal nostro punto di vista, è il pieno coinvolgimento del nostro territorio. Per quanto mi risulta, è la prima volta, da almeno 50 anni, che l’agro Baianese – Avellano rientra in una pianificazione strutturale della provincia, anche se su iniziativa privata. Un territorio il nostro che è stato sempre ignorato dai programmi di crescita della provincia.
Occorre anche sottolineare che la nostra classe dirigente è stata altrettanto incapace di una visione unitaria del territorio in grado di unire le forze per costruire un futuro per le giovani generazioni. Abbiamo la fortuna di vivere in sei comuni i cui confini sono indistinguibili, ma non è mai emersa nelle riflessioni degli amministratori di ciascuna delle sei comunità la consapevolezza di essere parte integrante di una unica “città”, coesa e culturalmente omogenea, con problemi comuni da affrontare e risolvere con un progetto unitario di sviluppo. La conseguenza è sotto gli occhi di tutti: siamo una comunità in lento ma irreversibile declino. Uno scenario sconfortante anche se dobbiamo registrare i progressi di Avella che finalmente si è affermata a livello regionale come Città d’Arte.
Aggiungo che, pur vivendo in una verde valle con un ottimo clima, circondati da dolci colline e dalla catena dei monti Avella ricchi di boschi, abbiamo commesso un errore fondamentale: non ci siamo resi conto della bellezza e delle potenzialità del nostro territorio – cerniera in grado di rapportarsi all’una e all’altra terra di confine per costruire occasioni di crescita (con l’Irpinia, a Est, e con la ex Terra di Lavoro, ad Ovest). Purtroppo la nostra classe dirigente non è stata all’altezza e, probabilmente per deferenza nei confronti dei potentissimi parlamentari irpini, si è sentita appagata nel riconoscersi nell’asfittica dimensione di periferia di Avellino al punto da inventarsi un’appartenenza a una fantasiosa e inesistente area, la “Bassa Irpinia”. E’ stato un errore clamoroso, uno stravolgimento della nostra identità, un abbandono delle storiche radici: noi, pur amando e rispettando quella che è oggi la nostra provincia, non siamo Irpini, ma eredi della civiltà dell’”Alto Clanio”, parte integrante della “Campania Felix”.
Il progetto dell’Ance, anche se per adesso è soltanto una proposta da sottoporre ai nostri amministratori regionali, ci ha finalmente riconosciuto la dignità di popolo con autonomia territoriale e culturale. E’ l’occasione per una riflessione approfondita, aperta alle istituzioni, pubbliche e private, ai professionisti del settore e a tutti i cittadini, sugli sviluppi possibili e sulla possibilità di superare i mali cronici che ci affliggono: la mancanza di strutture moderne ed efficienti, l’abbandono dei giovani in fuga alla ricerca di lavoro e di soddisfazioni, lo spopolamento, la modernizzazione dell’agricoltura, delle imprese e del patrimonio edilizio, la possibilità di attrarre investimenti pubblici e privati. Il progetto ha suscitato un vivo confronto in rete tra persone socialmente attive e sensibili. L’architetto Angelo Piciullo, autorevole professionista, ha pubblicato una documentata critica (dal suo punto di vista) al progetto. Personalmente ho accolto con favore questa iniziativa Ance ed ho molto apprezzato la presentazione dell’architetto Mauro Smith, progettista del collegamento ferroviario. La sua relazione è stata una lectio magistralis che ci ha aperto la mente. Non ho le competenze tecniche per esprimere un giudizio strettamente nel merito, ma i vantaggi “politici” che un tale progetto comporta per il nostro territorio, a prescindere dalle linee di sviluppo di Avellino, sono del tutto evidenti. Per la prima volta è immaginato un progetto di sviluppo serio del nostro intero territorio.
– il rinnovo di tutte le stazioni della linea Baiano – Nola (oggi a rischio chiusura) e l’adeguamento dello scartamento dei binari alle nuove esigenze di treni veloci.
– prevista un nuovo collegamento (che si aggiunge a quello per Napoli) da Nola porta alla stazione di treno veloce di Afragola. In pratica potremo prendere un treno veloce per l’Italia intera in 16 minuti. Un inserimento nella rete ferroviaria nazionale.
– La costruzione di una nuova stazione Baiano – Mugnano nei pressi dell’uscita autostradale.
– Il collegamento in pochi minuti, grazie a una galleria di circa 8 km, con Mercogliano, prima stazione, e con l’ospedale Moscati di Avellino, seconda stazione. Un’altra enorme opportunità: raggiungere l’ospedale con un comodo treno in pochi minuti in circa 10 minuti.
E’ ovviamente un progetto per il quale occorre trovare i finanziamenti ma lasciatemi dire che chi, come me, segue la politica provinciale dagli anni settanta, può affermare che non abbiamo mai avuto un’opportunità del genere: essere inseriti a pieno titolo nel cuore pulsante dei collegamenti regionali e nazionali. Sprecarla sarebbe la definitiva condanna al declino del territorio, un suicidio.
Abbiamo il dovere di essere ottimisti e sperare in positivi sviluppi.
Baiano, 29 settembre 2025
