ENERGIA E BUROCRAZIA: l’Italia non può più permettersi di ostacolare le sue imprese

ENERGIA E BUROCRAZIA: l’Italia non può più permettersi di ostacolare le sue imprese

In Italia produrre costa troppo. Non è un’opinione, è un dato di fatto. Il prezzo dell’energia elettrica nel nostro Paese è tra i più alti d’Europa e questo rappresenta un handicap gravissimo per chi ogni giorno manda avanti un’azienda. I nostri imprenditori sono dei veri eroi quotidiani, perché nonostante costi energetici fuori controllo e una burocrazia che sembra fatta apposta per frenare lo sviluppo, continuano a creare lavoro e ricchezza.

La verità è che il sistema, così com’è, non è sostenibile. Le famiglie hanno qualche paracadute sociale, seppur insufficiente, mentre le imprese sono lasciate sole. Devono reggere l’urto delle bollette e contemporaneamente affrontare decine e decine di adempimenti burocratici che sottraggono tempo, energie e risorse preziose. Invece di investire in innovazione, formazione e mercati, gli imprenditori sono costretti a fare i contabili di se stessi e i guardiani di un labirinto di carte.

Questo doppio peso – energia e burocrazia – è un freno strutturale che riduce la competitività delle nostre imprese e rischia di condannarne molte all’estinzione. Non è un problema nuovo: già anni fa, ben prima delle guerre e delle crisi internazionali, l’Italia aveva un costo dell’energia sproporzionato e nessuna vera strategia. Allora, come oggi, si preferì rinviare le scelte, ed eccoci qui, a pagare conti salatissimi.

Oggi tutti parlano di transizione ecologica, di futuro sostenibile, di crescita verde. Bene. Ma senza un’azione immediata sul costo dell’energia e sulla semplificazione burocratica, restano parole vuote. Le imprese non hanno più tempo per aspettare. Se non si interviene la nostra capacità produttiva si sgretolerà, con effetti devastanti su occupazione e benessere sociale.

Le associazioni imprenditoriali, la nostra come tante altre, hanno già lanciato l’allarme. Ora la palla è nelle mani delle istituzioni e della politica. Non si può più fare finta di nulla. Deve essere chiaro che senza imprese competitive non c’è futuro per l’Italia. E chi oggi governa non potrà dire di non essere stato avvertito.