“ACCADDE OGGI” 17 giugno 1940 – L’occupazione sovietica dei Paesi Baltici: Estonia, Lettonia e Lituania sotto il controllo dell’URSS

ACCADDE OGGI 17 giugno 1940 – L’occupazione sovietica dei Paesi Baltici: Estonia, Lettonia e Lituania sotto il controllo dell’URSS

Il 17 giugno 1940 segna una data drammatica nella storia dell’Europa orientale: l’Unione Sovietica occupa militarmente Estonia, Lettonia e Lituania, ponendo fine alla loro indipendenza e avviando una delle più dure repressioni del Novecento. L’evento avvenne nel contesto della Seconda guerra mondiale e fu il risultato di manovre geopolitiche pianificate già l’anno precedente.

Nel 23 agosto 1939, l’Unione Sovietica e la Germania nazista firmarono il Patto Molotov-Ribbentrop, un trattato di non aggressione che includeva protocolli segreti per la spartizione dell’Europa orientale in sfere d’influenza. Secondo questi accordi, i Paesi Baltici sarebbero rientrati nella sfera sovietica.

Subito dopo l’invasione tedesca della Polonia il 1º settembre 1939 (evento che segnò l’inizio della guerra), l’URSS occupò la Polonia orientale e cominciò a esercitare pressioni sui tre stati baltici per ottenere basi militari sul loro territorio.

Nel giugno del 1940, mentre l’attenzione mondiale era concentrata sulla sconfitta della Francia da parte della Germania, Stalin approfittò della distrazione delle potenze occidentali. Tra il 15 e il 17 giugno, i tre paesi furono occupati dalle truppe sovietiche:

  • 15 giugno: la Lituania fu la prima a essere invasa.

  • 16 giugno: toccò alla Lettonia.

  • 17 giugno: fu il turno dell’Estonia.

I governi furono rovesciati e sostituiti con regimi fantoccio filo-sovietici. In meno di due mesi, elezioni truccate sancirono l’annessione formale delle tre repubbliche all’Unione Sovietica come RSS Estone, Lettone e Lituana.

Dopo l’annessione, iniziò una brutale ondata repressiva:

  • Furono arrestati o uccisi migliaia di funzionari pubblici, intellettuali e religiosi.

  • Nel giugno 1941, appena prima dell’invasione tedesca, oltre 40.000 persone furono deportate in Siberia e Asia Centrale.

  • Molti dei deportati morirono nei gulag o non fecero mai ritorno.

Anche durante l’occupazione nazista (1941–1944), e poi dopo il ritorno sovietico nel 1944, la resistenza baltica continuò in clandestinità, con gruppi di “fratelli della foresta” che combatterono fino agli anni ’50.

Solo con la caduta del regime sovietico tra il 1989 e il 1991, i Paesi Baltici riuscirono a riottenere l’indipendenza. Nel 1991, Estonia, Lettonia e Lituania furono tra i primi a staccarsi dall’URSS, venendo successivamente riconosciuti a livello internazionale come vittime di occupazione illegale.

L’occupazione sovietica dei Paesi Baltici è oggi ricordata come una violazione della sovranità e dei diritti umani. L’Estonia, la Lettonia e la Lituania commemorano questi eventi ogni anno, mantenendo viva la memoria delle sofferenze subite.