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MARSALA – L’11 maggio 1860 segna una delle date più importanti e simboliche della storia d’Italia: in questo giorno, Giuseppe Garibaldi e un manipolo di circa mille volontari sbarcarono sulle coste di Marsala, in Sicilia, dando il via a quella che sarà ricordata nei libri di storia come la Spedizione dei Mille.
Partiti da Quarto, vicino Genova, il 5 maggio a bordo dei piroscafi “Piemonte” e “Lombardo”, i garibaldini erano uomini comuni – studenti, artigiani, operai, professionisti – uniti dal sogno di un’Italia libera e unita. Vestiti con le celebri camicie rosse, rappresentavano lo spirito rivoluzionario e patriottico che animava il Risorgimento.
Lo sbarco a Marsala non fu casuale. Garibaldi sapeva di poter contare sull’appoggio dei patrioti siciliani e sperava in un’insurrezione popolare contro il governo borbonico. La scelta della città fu anche favorita dalla temporanea assenza delle navi da guerra borboniche, allontanatesi per un’esercitazione.
Da quel momento, iniziò una marcia che avrebbe cambiato per sempre il destino dell’Italia: la risalita della Sicilia, la conquista di Palermo, e poi il passaggio sul continente, fino all’incontro con l’esercito piemontese a Teano, dove Garibaldi consegnerà i territori liberati a Vittorio Emanuele II, futuro re d’Italia.
La Spedizione dei Mille, pur numericamente modesta, fu un’impresa di enorme valore simbolico e politico. Dimostrò che il sogno di un’Italia unita era possibile e ispirò un’intera generazione.
Oggi, 164 anni dopo, l’eco di quello sbarco risuona ancora come uno dei momenti più epici della nostra storia nazionale. Ricordare l’11 maggio 1860 significa onorare il coraggio, l’ideale e la determinazione di chi ha lottato per costruire un’Italia libera, democratica e unita.
