BAIANO. Proteatro brilla al Campania Festival, Al Colosseo in scena, i paradigmi esistenziali e L’Incontro della felicità

BAIANO. Proteatro brilla al Campania Festival, Al Colosseo in scena, i paradigmi esistenziali e L’Incontro della felicità

di Gianni Amodeo

 

BAIANO. Proteatro brilla al Campania Festival, Al Colosseo in scena, i paradigmi esistenziali e L’Incontro della felicitàL’appassionato invito a spettatrici e spettatori, a porsi in sintonia interattiva,   con attrici e attori, scandendo il motto io sono irripetibile, ha rappresentato certamente il momento cruciale e di intensa pausa ben scelto. Un invito calzante e ponderato, per focalizzare al meglio lo snodo della narrazione de LIncontro, che, nell’atmosfera di raccolto ascolto e silenzio,  veniva messo in scena dalla compagnia Proteatro sul palco del Colosseo, per la sezione Osservatorio sulla scia dell’innovativo e sperimentale progetto Quartieri di vita, nell’ambito del prestigioso Campania Festival, l’importante e interessante rassegna d’ arte varia, teatro, letteratura, danza e musica, che vive la XVI edizione, catalizzando sull’intero territorio regionale consensi e riscontri di critica e di opinione pubblica largamente meritori per qualità e il respiro culturale, con cui si connota.

Un invito,- giunto a metà spettacolo e lanciato da Vincenzo Del Prete, il visionario dell’aperta e confidente speranza da riporre nella serenità per il presente e il futuro, senza patemi e introversi ripiegamenti su di sé, per vivere una vita appagante, senza eccessi e in composta sobrietà – pienamente accolto dalla platea in sold out; un invito che voleva essere- com’era ed è- testimonianza di partecipe e convinta coralità, per la quale e con la quale la pluralità degli io, non può che ritrovarsi e riconoscersi nella vastità incommensurabile del noi, per quanto mutevole e varia possa essere, ed é. Un’espressione di teatro sociale di alto e persuasivo linguaggio scenico, gestuale e costumi, ma soprattutto di contenutiidee, frutto di una proficua e coinvolgente attività di studio assiduo e di esercitazione metodica in Laboratorio, sviluppata  nei locali di Proteatro, in piazza IV Novembre, con l’incisiva e spigliata coordinazione dei registi, Lubomyr Martin Bukovy, slovacco, e Franco Scotto.

Svelto e agile l’impianto della rappresentazione dell’ Incontro, inteso e concepito quale metaforico approdo dei viaggi esistenziali e dei rapporti sociali che si  consumano nella realtà quotidiana, tra mille e multiformi pieghe e sfaccettature che marcano l’effimera provvisorietà e l’estrema fragilità dell’essere umano, a fronte del tempo sempre identico a se stesso. E sono le pieghe e le sfaccettature che nella sedimentazione delle loro esperienze, dirette o al filtro di osservazioni calibrate su eventi ed avvenimenti di genere e natura varia, le attrici e gli attori di Proteatro hanno  rivisitato e interpretato con testi di personale elaborazione e stesura, integrati anche da passaggi di testi di autori e scrittori di universale acume di pensiero, quali sono Eduardo De Filippo, Raffaele Viviani e Maurizio De Giovanni.

BAIANO. Proteatro brilla al Campania Festival, Al Colosseo in scena, i paradigmi esistenziali e L’Incontro della felicità Una operazione culturale di intrigante e stimolante interesse, coniugando la scrittura personale, ancorata a punti di osservazione diversificati, per una contestuale e plurale letturainterpretazione ad ampio orizzonte, specie del reale, nelle problematiche e criticità da cui è attraversato, ma anche dalle luci che lo rischiarano in pieno. Una scrittura collettiva ravvivata dal linguaggio del teatro vivo, già in parte sperimentata dalla compagnia di Piazza IV Novembre, con Festa nostra, a dicembre scorso, in connessione con il racconto del culto arboreo del Maio, particolarmente diffuso sul territorio, al di là degli stereotipi ripetitivi che lo caratterizzano da sempre, con un interessante elemento di novità nell’originale Ode dedicata a Santo Stefano e alla locale comunità, scritta in dialetto napoletano con cadenze nostrane e interpretata dall’eclettico Antonio Lippiello; un elemento  di novità, dilatato in Incontro  con il  racconto di altre tradizioni e feste legate a figure di Santi popolari, come San Francesco, San Benedetto e via seguendo. Un tracciato arricchito dalla danza, condotta dallo stesso attore con le originali movenze dello sciamano, accompagnandosi con le vibrazioni della chitarra nelle tonalità e nei versi della canzone Credo damarti, scritta da Peppe Guerriero.

Uno squarcio significativo sul tema famigliamaternitàpaternità, era la ri-visitazione della favola di Cappuccetto rosso, con le impronte espressive della sia della madre, la perspicace Tina Spampanato dalle fulminanti battute di sana e lucida verità, già docente di Matematica nei Licei statali ed una vita per il teatro e nel teatro, sia della figlia, appunto la bella Cappuccetto rosso, interpretata, con la fine eleganza che le è caratteristica, da una svampita e vanesia  Mariella Del Basso,  cedevole in leggerezze e ingenuità verso i corteggiatori, esperti ed usi nell’esercizio dell’inganno facile. E quanto più la madre si preoccupa di porre in guardia la prediletta figlia dai corteggiamenti fasulli, tanto più Cappuccetto rosso, presa com’è dal web e dai messaggi che le pervengono in rete, non le presta ascolto, anzi, per ritorsione e dispetto, accetta e … ben gode degli apprezzamenti che le riservano i corteggiatori di turno. Un dialogo impossibile e inesistente, tra madre e figlia, in nome e nel segno dello smartphone e dispositivi simili. E un corteggiatore di turno, è interpretato da Felice DAnna, un viveur che ama il gioco delle carte e predilige compagnie di perdigiorno, suoi pari.

Un viveur impenitente, Felice. E nella sua … trappola  irretisce la bella giovane, interpretata dalla garbata Maria Grazia Napolitano che resta incinta nella fugace e breve relazione vissuta con Felice, per nulla disposto a riconoscere la paternità in dirittura d’arrivo. La maternità è,invece, vissuta da Maria Grazia con risoluta fermezza e decisione. E le fa da guida ed ispiratrice, l’esemplarità di Filomena Marturano, nei palpiti e slanci di vita, con cui Eduardo l’ha disegnata e l’ha animata. E’,quella di Maria Grazia, come quella di Filomena,  la Maternità del verace riscatto e dell’autentica emancipazione , quale donna e cittadina; una Maternità che si dispega nel dialogo che Maria Grazia intesse  con la Madonna delle Rose, capolavoro di preghiera popolare, in cui splende la sensibilità eduardiana.  La fede e la tenacia di Maria Grazia prevarranno. E Felice vivrà la paternità.

BAIANO. Proteatro brilla al Campania Festival, Al Colosseo in scena, i paradigmi esistenziali e L’Incontro della felicità Tanti altri i passaggi  della performance proposta, ben degni di essere tratteggiati, tra cui il monologo sull’inclusioneaccoglienza presentato dal giovanissimo Alberto Tortora, laureando in Fisica, e quello in cui si ritrova il padre di Cappuccetto rosso, un padre senza tempo con la maschera di Pulcinella, interpretato da Salvatore Maccaro, già direttore di Istituto bancario, marito di Tina Spampanato, anch’egli una vita per il teatro e nel teatro; ed ambedue sono i genitori di Clementino. Un padre senza tempo, Salvatore Maccaro, con la saggezza popolaresca di Pulcinella. E la simbologia del bastone della ragione che solleva dal palco-terra, nel sollevarsi del sipario d’apertura dello spettacolo parla da solo.

E’ la ragione che si coniuga con il buon senso comune, rimuovendo le emozioni negative dei correnti giorni- ansia, insicurezza, solitudine, paure-, per dare impulso e slancio alle emozioni positive, quali sono le connessioni sociali, il provare gratitudine, lo sperimentare la riflessione. Come per dire che giova di gran lunga l’essere meno critici e severi … giudici verso il prossimo e … se stessi, recuperando e ribadendo il senso della compassione verso gli altri e … se stessi. E’ il senso della felicità possibile, percorrendo e … volendo, i tornanti del pensiero aristotelico che coniugano  pathos ethos logos per i valori dell’universale civile convivenza, risalendo verso le idealità di Philadelphia, presidio della democrazia liberale moderna ed incontrando l’ideali visioni  di Gaetano Filangieri così come campeggiano in Scienza della legislazione, per  cominciare a ritrovarsi nella civiltà dell’empatia, propugnata da Jeremy Rifkin … nell’ecumene mondializzato senza frontiere del nostro tempo … in compagnia con Internet e le Intelligenze artificiali variamente combinate.

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