Referendum, oggi si vota. Le cose da sapere in breve

Referendum, oggi si vota. Le cose da sapere in breve

Oggi si tiene il referendum “sulle trivelle” (che non è proprio sulle trivelle, che realtà c’entrano molto poco), nei seggi di tutta Italia. Il referendum che riguarda le trivellazioni è stato organizzato – su richiesta delle regioni, e non per raccolta firme come avviene solitamente – per decidere se abrogare una norma che al momento permette di prolungare le concessioni per estrarre gas o petrolio da piattaforme offshore entro le 12 miglia dalla costa, finché i giacimenti non si esauriranno. Abbiamo messo insieme una breve guida con le cose minime da sapere: qui ci sono invece tutti gli approfondimenti, se ancora dovete decidere cosa e se votare.

Cosa chiede il referendum

La domanda del referendum chiede agli italiani se vogliono abrogare la parte di una legge che permette a chi ha ottenuto concessioni per estrarre gas o petrolio da piattaforme offshore entro 12 miglia dalla costa di rinnovare la concessione fino all’esaurimento del giacimento. Il quesito del referendum dice:

Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilita’ 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?

Il comma 17 del decreto legislativo 152 stabilisce che sono vietate le nuove «attività di ricerca, di prospezione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi» entro le 12 miglia marine delle acque nazionali italiane, ma stabilisce anche che gli impianti che esistono già entro questa fascia possano continuare la loro attività fino alla data di scadenza della concessione. Questa concessione può essere prorogata fino all’esaurimento del giacimento. Il referendum, quindi, non riguarda nuove trivellazioni ma la possibilità per gli impianti già esistenti di continuare a operare fino a che i giacimenti sottostanti non saranno esauriti.

Cosa vuol dire SÌ e cosa vuol dire NO

Votare sì al referendum vuol dire esprimere parere favorevole all’abrogazione della parte di legge in questione, e quindi voler impedire il rinnovo delle concessioni per le estrazioni entro le 12 miglia quando arriveranno al termine attualmente previsto (si parla di anni, comunque): la complessa questione delle durate e rinnovi delle concessioni è spiegata meglio qui.Referendum, oggi si vota. Le cose da sapere in breve

Votare no vuol dire invece preferire che la legge non cambi e le cose restino come sono ora: quindi che sia permesso il rinnovo delle attuali concessioni quando arriveranno al loro termine. Il rinnovo delle concessioni non vuol dire quindi che ne saranno permesse di nuove, ma che sarà permesso continuare con le estrazioni nei pozzi già esistenti fino al loro esaurimento.

Perché il risultato del referendum sia valido bisognerà raggiungere il quorum, cioè servirà che vada a votare il 50 per cento più uno degli aventi diritto. Dato che l’affluenza ai referendum è solitamente piuttosto bassa, la maggior parte dei politici contrari al referendum hanno invitato gli elettori a non andare a votare.