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Potrebbe arrivare da un giovane testimone una svolta decisiva per chiarire quanto accaduto lunedì mattina nel cuore di Napoli, dove un uomo si è tolto la vita lanciandosi nel vuoto dalla balaustra di via Cesario Console, non lontano da piazza del Plebiscito. A perdere la vita è stato Pasquale Petrillo, 50 anni, figura nota negli ambienti criminali dei Quartieri Spagnoli e in passato collaboratore di giustizia.
Secondo una prima ricostruzione, l’uomo si sarebbe fermato per alcuni istanti nei pressi di una panchina, dove avrebbe appoggiato un pacchetto di sigarette e consegnato i propri occhiali a un passante, chiedendogli di tenerli “solo per un momento”. Subito dopo si sarebbe lanciato nel vuoto. Il testimone, ancora sotto choc, ha dato immediatamente l’allarme e atteso l’arrivo delle forze dell’ordine.
La Procura ha disposto il sequestro della salma, tuttora a disposizione degli inquirenti, mentre proseguono gli accertamenti per escludere qualsiasi coinvolgimento di terzi. Al momento, l’ipotesi principale resta quella del gesto volontario, anche alla luce delle condizioni psicologiche dell’uomo, che da tempo – secondo quanto emerso – soffriva di gravi problemi personali.
Petrillo, conosciuto con il soprannome di “’a presella”, era stato in passato uno dei protagonisti della criminalità organizzata nell’area di Montecalvario. Ancora giovanissimo, sarebbe stato coinvolto nella custodia delle armi del clan Mariano, per poi salire di livello all’interno dell’organizzazione. La sua carriera criminale culminò con la partecipazione a un omicidio maturato durante una sanguinosa faida tra gruppi rivali negli anni più duri della camorra cittadina.
Proprio dopo quell’episodio, Petrillo avrebbe iniziato a temere per la propria vita, finendo nel mirino di altri clan, tra cui quello dei Miso di Sanità. Da qui la decisione di rompere con il passato e collaborare con la giustizia: le sue dichiarazioni si rivelarono fondamentali per una serie di indagini che portarono, nel 2017, a un duro colpo inferto al clan Mariano.
Un dettaglio inquietante emerge dal passato familiare dell’uomo: diversi anni fa, anche il padre Vincenzo si era tolto la vita con modalità simili. Un precedente che oggi aggiunge ulteriore peso umano e psicologico a una vicenda già drammatica.
Gli investigatori attendono ora di ascoltare formalmente il testimone chiave, l’ultima persona ad aver visto Petrillo in vita. Le sue parole potrebbero contribuire a chiudere definitivamente il cerchio su una morte che ha scosso il centro cittadino e riportato alla luce una storia fatta di criminalità, paura e redenzione mancata.
