Montoro, dal 20 al 24 agosto la “Festa del Fusillo e della Porchetta”: quando la tavola diventa tradizione

Montoro, dal 20 al 24 agosto la “Festa del Fusillo e della Porchetta”: quando la tavola diventa tradizione

Dal 20 al 24 agosto 2025, la frazione di San Eustachio di Montoro si trasformerà in un grande convivio a cielo aperto grazie alla “Festa del Fusillo e della Porchetta”, organizzata dalla DBR Service Srl al Parco del Sole.
Un evento che non è solo sagra, ma rito collettivo: il piacere di stare insieme, raccontarsi storie, brindare, ridere e assaporare il meglio della cucina montorese e irpina.

A tavola con la tradizione
Qui il fusillo non è solo pasta: è memoria di mani che lo arrotolano uno a uno, con la pazienza antica delle cucine di casa. Arriverà fumante nei piatti in più varianti: il “Fusillo al Parco del Sole”, ricetta simbolo dell’evento; il Fusillo alla Montorese, generoso e avvolgente; e quello con salsiccia e porcini, profumato di bosco e autunno.

La porchetta, dorata e fragrante, sarà servita in fettine croccanti accanto a patatine calde o racchiusa in panini che diventano piccole opere d’arte: con provola filante, con pomodoro e cipolla ramata, o in purezza, come la tradizione comanda.

Per i palati più curiosi, il caciocavallo impiccato scenderà filante dal braciere, in versione classica o arricchito con salsa di tartufo nero o pesto di pomodorini secchi e peperoncino. Non mancheranno salsicce con porcini o patatine (anche senza glutine) e, per concludere in dolcezza, sfogliatella riccia o frolla.

Il tutto accompagnato da vino rosso DOC irpino o dal più rustico e amato “vino cu’a percoca”, sorso d’estate in ogni bicchiere.

Orari e ospitalità
Gli stand apriranno dalle 19.30 alle 24.00 dal mercoledì al sabato; la domenica doppio turno: 12.30-14.30 e 19.30-23.00. Ampio parcheggio, parco giochi per bambini e atmosfera familiare completeranno l’esperienza.

Per informazioni: 353.2066201 – 348.6025612 | [email protected]
Uscite consigliate: Montoro Sud (da Salerno) e Montoro Nord (da Avellino).

Cinque giorni per scoprire, o riscoprire, che la tavola è ancora il luogo dove la tradizione si tramanda, un piatto alla volta.