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di Gianni Amodeo
Falcata spedita ed agile, com’è caratteristica del velocista-sprint dalla corsa incontenibile lungo l’out con pallone – quello ancora dotato di camera d’aria a pressione e legatura con laccio di spago, senza idrorepellenza, spesso di peso superiore ai poco più dei 400 grammi regolamentari -, quasi …magnetizzato al piede, concedendosi dribbling rapidi in serpentina avvolgente e stretta, con cui piantava in … asso gli avversari. Ed ancora. Inappuntabile nell’esecuzione dei cross, ch’è fondamentale di base per un terzino d’ala, con traiettoria che calava pennellata al centro dell’area di difesa avversaria, sia per le battute di tiro in primo acchito di collo piede che per i colpi di testa… con la frequente destinazione in … gol vincenti, messi– a– segno dalle … punte perforanti dell’attacco del Baiano, tutt’ ‘anema e core.
Erano i punteros di alta precisione, fantasia e … malizia che si chiamavano Alberto Trapani – in servizio di leva al Centro addestramento reclute distrettuale dell’ Esercito italiano, ad Avellino, che, a sua volta, era fonte inesauribile per i rinforzi degli organici di tante formazioni del calcio regionale in Campania, sia a livello dilettantistico che semi-professionistico di quarta serie,- ed Ivo Vetrano, coetaneo di pari caratura tecnica e agonistica, con estrosa inventiva di gioco. E, di passaggio, va evidenziato che Trapani e Vetrano, erano longilinei da un metro e 80 cm. E da punteros infallibili erano stati preceduti, negli iniziali anni a cavallo degli ’40 e ‘50 dall’eclettico Mascarin, proveniente dallo stesso Car, che si destreggiava in velocità con Michele Nappo e Peppino Picciocchi, alfieri dei … granata. Ed è davvero animata e affollata la galleria dei geniali e coriacei punteros, che hanno concorso a fare la storia del Baiano, ora in viaggio verso il centenario della fondazione risalente al 1928, tra i quali splendono di bella luce Peppino De Rosa, Osvaldo Bruno, Maurizio Colasanti, Peppino Russo, Antonio D’Apolito, Silvio Conte, Filippo Lippiello, Franco Aievola, Alfredo Di Somma, Nicola Fusco, Nicola Litto, Pier Luigi Zero, Mario Lippiello, restato in attività agonistica fino alla soglia dei quarant’anni e … via seguendo, con l’innesto in stile nouvelle vague di Jo –Jo Noviello, ora provetto foto-reporter con gusti e tendenze pro– folclore …
Va da sé, come nella titolazione, che le righe appena scritte allineano frammenti di lontani ricordi, infilatisi, forse, in numero eccessivo nella tastiera e che, valgono, o potrebbero valere, al più e soltanto, il punto … di come eravamo per gli sportivi d’antan del territorio nostrano e dell’area nolana. Sono frammenti visivi che raccontano di Antonio Canonico, classe ’ 37, che se n’è andato via l’altro ieri, a pochi mesi di distanza dalla scomparsa di Fanuccio Onofrietti, portiere paratutto e Amedeo De Luca, mediano di sprint propulsivo, pronti a varcare la soglia dei 90 anni, e con i quali era stata magnifica parte della rosa titolare del Baiano, degli anni ’50. E li aveva preceduti di alcune settimane, Giannino Genovese …
Erano gli anni, in cui il Baiano si misurava con il Savoia, la Paganese, la Juve Stabia, il Russo – Cicciano, mentre nella sua Storia in capitoli a se stanti sono narrate le calde e vibranti vicende dei derbies di categoria, specie con Palmese, Nola, Atripalda, Altavillese, Libertas Avellino e Lioni. E il meglio di sé fu espresso dai granata sotto la guida di Ruggero Zanolla, a cui si deve l’esordio di Ivo Vetrano, nel campionato del ‘53\54, e proprio di Antonio Canonico nel campionato ‘54\55. Esordi che proietteranno Ivo sulla ribalta professionistica del calcio nazionale, in serie A, con il Varese, e Antonio sulla ribalta semi–professionista della quarta serie, interregionale, nelle file dei bianconeri del Nola. Ma per visione di gioco, velocità e resistenza in corsa, assoluta padronanza dei fondamentali di calcio. Antonio Canonico aveva tutte le qualità, per approdare in serie A senza alcuna remora o difficoltà. Il talento nello sport è … tutto. O c’è o non c’è per niente.
La constatazione avviene en plein aire. Ed è ben diversa la modalità della cura per valorizzarlo con congrua gestione oppure … dissiparlo. Antonio di talento calcistico era ben dotato. Ma amava il lavoro di famiglia – ed è un bene- e prediligeva la “sua” Mugnano del Cardinale e il territorio di riferimento. Ed aveva … appreso il calcio da auto-didatta per strade e piazzali, come un tempo accadeva di … norma, e sull’ improbabile e sbilenco campetto, allestito negli spazi esterni all’antico e monumentale Cenobio di San Pietro sull’omonima collina di San Pietro a Cesarano.
Una lunga e bella esperienza umana, sociale e sportiva, quella vissuta da Antonio nella città bruniana, degna di importanti e significative testimonianze per il temperamento vigoroso e la caratura di lealtà agonistica ch’era solito sfoggiare. E senza lesinare energie. Un’esperienza che Antonio ha vissuto fino alla prima metà degli anni ’60. E della quale la frazione storica della tifoseria gigliata conserva il retaggio. Un modello di esemplarità unica …
Ai famigliari e congiunti tutti, al genero Francesco Lippiello, le condoglianze della direzione e dell’intera redazione di .
