Guida sentimentale ai monti di Avella – Lo splendore della Valle delle Fontanelle – Le cascate

Guida sentimentale ai monti di Avella   Lo splendore della Valle delle Fontanelle   Le cascate

a cura di Valentina Guerriero

Svariati anni dopo quanto vi ho raccontato sull’Acqua Pendente avevamo una manciata di coordinate geografiche trovate per caso su Panoramio, un network di photosharing nato nel 2005 e dismesso ufficialmente nel 2016, anche se in realtà non aveva mai avuto così tanta fortuna. Avete presente cosa significhi la morte di un oggetto del genere (in questo caso, una piattaforma di photosharing)? Un prodotto “ritirato” dal mercato (acquistato in realtà da un altro colosso, Google, che l’ha integrato in Google Maps) e che porta con sé un fascino demodé, esattamente come quello della Valle delle Fontanelle, abbandonata dai più, non più vergine e che delude proprio per la mancanza d’acqua.

Prendemmo queste coordinate e le mettemmo a scatola chiusa sul navigatore.

N 40 58 08.4 E 14 39 58.3

Con partenza all’alba, risalimmo la panoramica con la macchina di Paolino. Misi un maglione rosa per proteggermi dal freddo pungente invernale, avevo zaino, guanti, scarpe da ginnastica. Stavo praticamente ancora dormendo, e nel buio il cielo diventava un po’ più argento. Quando ci fermammo apparve una grande roccia, detta Ciesco della Rosa, che si stagliava nel vuoto.

Calammo la testa in una voragine grigia che prende il nome di Bocca del Vento. Un abisso profondo oltre 100 metri nella roccia, che è stato anche oggetto di studi speleologici. Con ancora un po’ di confusione tra il sogno e la realtà, ci incamminammo verso N 40 58 08.4 E 14 39 58.3

Guida sentimentale ai monti di Avella   Lo splendore della Valle delle Fontanelle   Le cascate

Scendemmo con passi precisi in un costone di montagna, ricco di ciuffi verdi qua e là che saltavano nel terreno scuro, e i raggi del sole dorati poco dopo l’alba iniziavano a infiltrarsi negli alberi.
Calandoci nel vallone descrivevamo curve tortuose, deviando in prossimità di alberi o di grandi sassi in modo che la discesa non fosse troppo ripida. Si sentiva l’acqua scorrere poco lontana.

Giù era pieno di cascate, come in un sogno umido e ombroso, e un po’ mi ero svegliata ma sentivo l’acqua e quel sogno entrarmi nelle ossa. Mi sedetti su un grande sasso. L’acqua scorreva quieta descrivendo strisce sottili nere e azzurre e alcune foglie vi cadevano all’interno venendo trascinate più giù a valle. Il sole non si vedeva affatto.

Saremmo potuti scendere a piedi giù fino ad Avella, anche solo seguendo il fiume. Quanti posti di questo tipo ci sono ancora sparsi nella Valle delle Fontanelle? Per fortuna in pochi li ricordano e nessuno ci va.

Noi abbiamo lanciato un dado, una serie di coordinate, e siamo arrivati qua, alle cascate. L’avremmo potuto fare ancora. Quando tornammo indietro volevamo tirare i dadi di nuovo e arrivare fino al Campo di Summonte, ma alcuni lavativi del gruppo si ribellarono. Così tornammo indietro, ad ora di pranzo, e la giornata ritornò ordinaria, con il dubbio che fosse stato solo un sogno fatto la mattina presto, smentito dalle foglie rimaste appiccicate sul maglione rosa.

 

In quest’avventura un mistero c’è, ma nessuno sa qual èGuida sentimentale ai monti di Avella   Lo splendore della Valle delle Fontanelle   Le cascate

 

Guida sentimentale ai monti di Avella   Lo splendore della Valle delle Fontanelle   Le cascate

 

In quest’avventura un mistero c’è, ma nessuno sa qual èGuida sentimentale ai monti di Avella   Lo splendore della Valle delle Fontanelle   Le cascate
L’ingresso della Bocca del Vento

Informazioni aggiuntive: uno studio sulla Bocca del Vento