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Esistono immagini che non si limitano a raccontare il passato, ma riescono a farne sentire il respiro. È il caso di questa straordinaria fotografia che, grazie alle moderne tecnologie, smette di essere un reperto immobile per farsi narrazione viva. In un territorio dove la tradizione e la fede hanno sempre camminato di pari passo, riscoprire il momento esatto in cui la modernità ha fatto il suo ingresso trionfale non è solo un esercizio di memoria, ma un atto di orgoglio identitario. Attraverso il rombo di un motore che squarcia il silenzio di un’epoca antica, torniamo a respirare l’aria di quel 1913, tra lo stupore di una folla immensa e l’eleganza di un mondo che oggi rivive grazie al cuore e alla perizia di chi ama la propria terra.
1913: L’ANNO DEL PROGRESSO. IL PRINCIPE DI SIRIGNANO E QUELLA “CARROZZA SENZA CAVALLI” CHE CAMBIÒ IL MANDAMENTO
MUGNANO DEL CARDINALE – Esistono frammenti di storia che, se riportati in vita, sono capaci di far tremare le vene ai polsi. Grazie a un eccezionale lavoro di animazione digitale, curato con maestria dal Sig. Lorenzo Dongu e dal Sig. Michele Acierno di Sirignano, oggi possiamo immergerci nell’atmosfera vibrante del 1913, un anno che per il Mandamento Baianese segnò il confine definitivo tra l’antico e il moderno.
La foto, ora animata, ci porta nel cuore dello Stradone di Santa Filomena a Mugnano del Cardinale. È un giorno di festa, l’aria è carica di incenso e attesa, ma gli sguardi delle migliaia di persone presenti sono rapiti da un evento senza precedenti: l’arrivo della prima automobile sul nostro territorio.
Al volante di quel prodigio della tecnica, una Daimler che per tutti era la “carrozza senza cavalli”, siede Sua Eccellenza Giuseppe Caravita, Principe di Sirignano. Nato nel 1849, il Principe non era solo un nobile di alto rango, ma un uomo dalla visione straordinaria che scelse di portare il progresso direttamente tra la sua gente. Vederlo oggi, in quel filmato che sembra rubato al tempo, significa comprendere l’impatto di un’epoca in cui il rombo di un motore era il segnale di una nuova alba.
Sullo sfondo di questa istantanea epica, si staglia un testimone silenzioso di un’eleganza perduta: il Palazzo dell’Onorevole Rega. Quell’edificio maestoso, che oggi purtroppo non esiste più, dominava la scena e rappresentava il centro del prestigio architettonico della zona. La sua presenza nella foto ci ricorda la ricchezza storica e il decoro di una via che era il salotto buono del Mandamento.
Mentre la folla si accalcava ai bordi della strada – chi facendosi il segno della croce per il timore di quel “mostro d’acciaio”, chi inneggiando al progresso – il Principe Giuseppe Caravita attraversava lo stradone con la fierezza di chi sapeva di stare scrivendo la storia.
Questo documento, preziosamente custodito e oggi valorizzato dal lavoro congiunto del Sig. Dongu e del Sig. Michele Acierno, non è solo una curiosità d’archivio. È un atto d’amore verso le nostre radici, un ponte gettato tra il 1913 e il presente per ricordarci che il futuro nasce sempre dall’audacia di chi sa guardare oltre l’orizzonte.
Maicol Acierno

