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L’arte, la pittura, la letteratura, la poesia, la musica, un intreccio di elementi e di valori che si fondono in un indissolubile legame con cure mediche e varie attività di sostegno. Un modo, questo, per ulteriormente prendersi cura dei pazienti, esaltando il valore anche terapeutico della cultura, riducendo durante il percorso clinico ogni senso di restrizione e di spersonalizzazione dovuto all’esperienza della malattia e del conseguente ricovero, affinché il senso di estraneità possa mutarsi in riconciliazione. Ed è ciò che continua a realizzarsi presso il Pain Control Center Hospice di Solofra, il centro residenziale dell’Asl Avellino per le cure palliative e la terapia del dolore, i cui servizi sono gestiti dalla Casa di Cura Sant’Anna e dall’azienda Evoter. Questa descrizione ha un nome, ossia “Legami. Le arti: luogo di speranza – Itinerario spirituale-culturale”.
«“Legami” è un itinerario spirituale-culturale – spiega la dottoressa Carmela Pulzone, psicologa del centro residenziale di Solofra – ispirato a gruppi di lettura, associato alle attività della biblioteca dell’Hospice “Cicely Saunders” e calato nello spirito giubilare della speranza.
Le arti come luogo di speranza incontrano l’Hospice, circoscrivendo momenti spiritualmente e psicologicamente pregnanti, rappresentativi dell’approccio umanistico generalmente applicato.
La condivisione di brani letterari attraverso l’interpretazione attoriale, l’accompagnamento musicale e l’esposizione di opere pittoriche stimolano un clima di confortante supporto emotivo, superando distanze ed esorcizzando resistenze.»
L’ambizioso progetto, che si svilupperà ulteriormente nel 2026 in un articolato programma di incontri mensili, ha già fattivamente coinvolto gli stessi degenti e i loro familiari, unitamente al personale della struttura sanitaria solofrana. Tutto nasce da una proficua partnership tra due organismi dell’Hospice, ossia la Biblioteca “Cicely Saunders”, dedicata la fondatrice dei centri per le cure palliative e la terapia del dolore, e il servizio di assistenza spirituale presso la Cappella “Gesù Risorto”, in stretta collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Solofra e la Compagnia del Libro “Renato Serra” della Biblioteca comunale della città conciaria. L’Hospice di Solofra è stato riconosciuto luogo giubilare per volere di monsignor Andrea Bellandi, arcivescovo della Diocesi di Salerno, quindi “Legami” si muove nel solco di una riflessione che intreccia vari componenti di carattere religioso, psicologico, medico e culturale, affinché proprio nell’Hospice si superi la convinzione che il paziente debba essere sottoposto solo a pratiche terapeutiche o assistenziali, aprendo così un nuovo orizzonte emotivo che garantisca pienamente la dignità degli ospiti della struttura, nel rispetto della loro condizione clinica e psichica.
Nel corso del primo incontro di “Legami” si è svolta una lettura attoriale del capitolo 21 de “Il Piccolo Principe”, il celebre racconto scritto Antoine de Saint-Exupéry”, mentre il secondo appuntamento è stato caratterizzato dalla lettura attoriale de “La favola dei Caldomorbidi” di Claude Steiner e la lettura del brano “Proiezione di Deborah” sulla tela dell’artista Igino Domenico. Ed entrambe le iniziative sono state accompagnate da toccanti intermezzi musicali.
È la dottoressa Mariangela Vietri, assessore alla Cultura del Comune di Solofra, a spiegare nel dettaglio l’organizzazione, gli scopi e le finalità di “Legami”, citando anche organismi e persone che hanno contribuito alla sua realizzazione:
«Abbiamo vissuto occasioni di intensa partecipazione presso l’Hospice di Solofra, anche con un significativo momento dedicato a Deborah, la cui vita ha attraversato la nostra per poco ma segnandola in modo bello e profondo. Il cuore dei familiari e di tutti i presenti ha trovato respiro attraverso l’arte, e il nostro pensiero si è stretto a lei e a tutti coloro che continuano a illuminare il nostro cammino con gesti, parole, attitudini e pensieri.
Tra i vari avvenimenti, abbiamo condiviso la lettura del racconto “La favola dei Caldomorbidi”, accompagnata dalle suggestive proiezioni delle opere e dei pensieri di Deborah su un quadro di un artista locale: un intreccio di immagini e parole capace di restituire un messaggio di speranza che ha emozionato tutti i presenti. Un momento semplice ma potentissimo, in cui la cura, la bellezza e la memoria si sono unite in un abbraccio collettivo.
L’Hospice continua così a mostrarsi come uno spazio capace di unire cultura, spiritualità e umanità in un unico percorso condiviso. Ringrazio con profonda gratitudine don Bartolomeo De Filippis: da un suo primo stimolo è nato un dialogo che ci ha portati a immaginare e progettare insieme questo itinerario, intrecciando visioni, esperienze e un forte desiderio di offrire alla comunità un segno di speranza; la Biblioteca dell’Hospice “Cicely Saunders”, il Pain Control Center Hospice di Solofra, e la dottoressa Lucia Petrone in sinergia con “La Compagnia del Libro”, per il loro impegno culturale costante e prezioso.
Un ringraziamento speciale va agli artisti locali che offriranno con generosità il loro contributo creativo lungo il percorso. In particolare desidero esprimere un sincero grazie alla violinista Maria Pia De Stefano, la cui musica ha donato profondità e delicatezza all’atmosfera, e all’attrice Francesca Del Vacchio, che con la sua interpretazione ha reso ancora più viva e intensa la narrazione. Rivolgo inoltre il mio ringraziamento all’Asl e al direttore sanitario del Distretto di Atripalda, il dottor Piero De Masi, per la disponibilità e l’apertura alla collaborazione istituzionale, fondamentale per la piena riuscita del progetto. Un ringraziamento altrettanto sentito va alla dottoressa Carmela Pulzone, per il suo impegno costante e per la profonda sensibilità e umanità che quotidianamente offre all’Hospice e alle persone che lo vivono. Desidero inoltre rivolgere un ringraziamento corale e sincero a tutto il team: medici, psicologi, infermieri, operatori sociosanitari, volontari e tutto il personale che, con dedizione, delicatezza e competenza, rende questo luogo un presidio di cura e di dignità per le persone e le loro famiglie. Il loro lavoro silenzioso e prezioso è il cuore pulsante di questa realtà.
Come Assessorato alla Cultura abbiamo scelto convintamente di sostenere e collaborare alla realizzazione di “Legami” perché rappresenta pienamente l’idea di una cultura inclusiva, capace di parlare a tutti e di accompagnare le persone nei momenti più delicati della vita. Gli incontri mensili offriranno alla cittadinanza momenti di ascolto, arte, parola e condivisione, aperti a famiglie, pazienti e all’intera la comunità.
Crediamo che la cultura sia anche questo: un ponte che unisce, un luogo che accoglie, uno spazio in cui la speranza diventa esperienza concreta. Invito tutti i cittadini a partecipare ai prossimi appuntamenti, certi che ognuno potrà trovare in questo percorso un frammento di bellezza e di significato.»
