Tragedia a Castel d’Azzano: esplosione durante lo sgombero, morti tre carabinieri

Tragedia a Castel d’Azzano: esplosione durante lo sgombero, morti tre carabinieri

Castel d’Azzano (Verona), 14 ottobre 2025 – È stato un intervento che doveva essere di routine a trasformarsi in tragedia: durante lo sgombero forzato di un casolare rurale questa notte, un’esplosione ha travolto le forze dell’ordine, provocando la morte di tre carabinieri e il ferimento di una quindicina tra militari, agenti di polizia e vigili del fuoco.

Le prime indagini indicano che la deflagrazione è stata innescata dall’apertura della porta d’ingresso, mentre l’immobile era saturo di gas da bombole collocate con premeditazione.  Al momento dell’esplosione, le forze dell’ordine erano pronte a irrompere e avevano già rilevato un forte odore di gas interno.  L’edificio di due piani è crollato, travolgendo chi si trovava all’interno e intorno all’ingresso. 

Le vittime

I tre carabinieri deceduti sono:

  • Luogotenente Marco Piffari  
  • Carabiniere Scelto Davide Bernardello  
  • Brigadiere Capo Valerio Daprà  

Secondo fonti sindacali dell’Arma, due prestavano servizio a Padova e uno a Mestre.  I colleghi e le comunità per cui operavano li ricordano come uomini dediti, rispettosi e seri. 

I sospettati: i fratelli Ramponi e il passato degli episodi analoghi

Le autorità hanno collegato l’episodio ai fratelli Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi, agricoltori e allevatori locali con problemi finanziari e ipotecari.  I tre sono già noti per episodi analoghi avvenuti nell’autunno 2024: in ottobre e nel novembre dello stesso anno avevano saturato la casa di gas o minacciato esplosioni per impedire lo sgombero.  Nel 2024, uno dei fratelli si era anche cosparso di benzina minacciando di darsi fuoco se l’operazione giudiziaria fosse continuata. 

Durante le operazioni precedenti, le autorità avevano rinunciato all’irruzione dopo le minacce, arieggiando gli ambienti e rinviando l’intervento.  Nella casa esplosa stanotte sono state ritrovate almeno cinque bombole di gas distribuite in più stanze e resti di molotov.  Le fonti indicano che la donna potrebbe aver attivato l’innesco, mentre i due fratelli si sarebbero trovati in locali interni o in una stalla. 

Al momento, due dei tre fratelli sono stati fermati: una donna (rimasta ferita) e un uomo. Il terzo è riuscito a fuggire, ma le ricerche sono in corso.  Il Procuratore Capo di Verona ha dichiarato che uno è scappato e che si lavora per assicurarlo alla giustizia. 

Reazioni istituzionali e contesto sociale

La notizia ha suscitato forti reazioni istituzionali. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il ministro della Difesa, Guido Crosetto, hanno espresso profondo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei militari caduti e ai colleghi.  Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha definito il bilancio “terribile” e ha sottolineato la drammaticità dell’evento, che richiama i rischi concreti nelle operazioni di ordine pubblico. 

Da parte del sindacato SIM Carabinieri di Verona è arrivata una nota ufficiale che ricorda i tre colleghi come “valorosi” e che trasmette il dolore profondo per la perdita all’intero Arma.  Sul territorio locale, il vicesindaco di Castel d’Azzano ha riferito che l’esplosione è stata avvertita fino a 5 km di distanza e che il comune era già al corrente della situazione critica dei fratelli Ramponi. 

Il fatto solleva questioni delicate sulla gestione degli sfratti, sulla protezione degli operatori in situazioni ad alto rischio e sulle politiche di supporto sociale per famiglie in forte difficoltà economica.

Prospettive investigativa e giudiziarie

L’inchiesta dovrà chiarire con esattezza la dinamica: chi ha attivato il dispositivo esplosivo, quando e come è stato costruito, se vi siano state complicità o precedenti avvertimenti. Le accuse possibili includono strage, omicidio volontario plurimo aggravato e resistenza aggravata.

Saranno fondamentali le perizie forensi, l’analisi dei materiali esplosivi, l’esame dei dispositivi (bombole, inneschi) e le testimonianze dei sopravvissuti e dei soccorritori. Inoltre, andrà valutato se vi siano state negligenze nell’operazione di sgombero – ad esempio nella valutazione del rischio di intrusione in un ambiente saturo di gas già segnalato. L’evento richiama altresì la necessità di protocolli ancora più rigorosi per gli interventi di ordine pubblico in contesti ad alta pericolosità.