
![]()
OCEANO ATLANTICO OCCIDENTALE – Nelle prime ore del 12 ottobre 1492 (secondo la cronologia di bordo), l’equipaggio della Pinta avvista una lingua di terra. È Rodrigo de Triana a lanciare il grido che attendevano da settimane. Poco dopo, Cristoforo Colombo sbarca dalla Santa María, seguito dalla Niña e dalla stessa Pinta: pone una croce, issa gli stendardi dei Re Cattolici e battezza l’isola “San Salvador”. Per gli abitanti locali, il nome era Guanahani.
L’episodio, collocato nell’arcipelago delle Bahamas, resta uno dei momenti più raccontati della storia globale. La rotta, iniziata da Palos de la Frontera il 3 agosto, attraversò l’Atlantico seguendo gli alisei: una scommessa nautica, geopolitica e commerciale per raggiungere le Indie navigando a occidente. Colombo era convinto di trovarsi ai margini dell’Asia: la geografia reale avrebbe richiesto ancora decenni per essere compresa.
L’incontro con i Taíno
Sull’isola vivevano i Taíno, popolazioni arawak con strutture sociali e culturali complesse. Le cronache descrivono scambi di donativi, curiosità reciproca e una prima comunicazione basata su gesti. Quel “primo contatto” ebbe però conseguenze profonde: nel giro di pochi anni, malattie, violenza e sfruttamento avrebbero decimato molte comunità indigene dei Caraibi.
Un approdo, molte ipotesi
La localizzazione esatta di San Salvador resta oggetto di discussione: diverse isole delle Bahamas sono state proposte nei secoli, tra cui Watlings Island (oggi ufficialmente San Salvador Island). Le discrepanze nei diari di bordo, nelle correnti e nei rilevamenti dell’epoca alimentano il dibattito storiografico.
Tra epopea e ombre
Il 12 ottobre è diventato, a seconda dei Paesi, giorno di festa o di riflessione critica. Se la navigazione di Colombo aprì la prima globalizzazione – scambi di piante, animali, metalli, idee e tecnologie, il cosiddetto “scambio colombiano” – inaugurò anche la stagione coloniale europea nelle Americhe, con corredi di conquista, tratta, spoliazioni e collisioni culturali che ancora oggi interrogano memoria e identità.
L’eredità
Dal punto di vista marittimo, la traversata del 1492 consolidò le rotte atlantiche e la fiducia nelle correnti e nei venti come strumenti di pianificazione nautica. Sul piano simbolico, fissò nell’immaginario europeo l’idea di “Nuovo Mondo”, catalizzando spedizioni, mappe e un vasto riordino del sapere geografico.
Cinque secoli dopo, l’alba di Guanahani/San Salvador continua a essere raccontata in chiavi diverse: impresa nautica e svolta storica, ma anche inizio di un trauma per molti popoli nativi. Un fatto resta incontestabile: quel mattino di ottobre del 1492 segnò l’inizio di un mondo interconnesso, i cui effetti – nel bene e nel male – definiscono ancora il presente.
