In una cerimonia solenne nell’abbazia di Westminster, l’allora diciottenne Vittoria d’Inghilterra fu incoronata regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, segnando l’inizio di uno dei regni più lunghi, significativi e trasformativi della storia britannica: l’Età Vittoriana.
Alla morte dello zio, re Guglielmo IV, il 20 giugno 1837, Vittoria salì al trono a soli 18 anni. L’incoronazione, avvenuta un anno dopo, fu un evento spettacolare, seguito con entusiasmo dal popolo britannico, simbolo della continuità dinastica e della forza della monarchia in un’epoca di rapidi mutamenti.
La cerimonia, celebrata con sfarzo e partecipazione popolare, fu anche la prima documentata fotograficamente in parte e accompagnata da un’ampia copertura sulla stampa europea, contribuendo a rafforzare l’immagine pubblica della nuova sovrana.
Il regno di Vittoria, durato oltre 63 anni (1837–1901), fu uno dei più lunghi nella storia britannica. L’era vittoriana fu caratterizzata da:
Profondi cambiamenti sociali, con l’espansione della classe media, il consolidamento dell’etica borghese e un forte moralismo pubblico.
La rivoluzione industriale, che trasformò il Regno Unito in una delle potenze economiche più avanzate al mondo.
L’espansione coloniale, con il consolidamento dell’Impero britannico, che arrivò a coprire un quarto del globo.
Progressi in scienza, istruzione e tecnologia, con figure come Charles Darwin, Florence Nightingale e Charles Dickens che definirono l’identità culturale dell’epoca.
Vittoria divenne non solo un capo di Stato ma anche un simbolo di stabilità e identità nazionale, mantenendo salda la monarchia in un periodo di grandi tensioni politiche, riforme legislative e trasformazioni geopolitiche. Alla sua morte, nel 1901, fu pianta da milioni di sudditi in tutto l’Impero.
Il suo nome resta legato a un’intera epoca, e la sua incoronazione, avvenuta proprio il 28 giugno 1838, segnò l’inizio di una nuova era per la Gran Bretagna e per il mondo intero.
