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Gli avellani dovrebbero rinnovare il consiglio comunale alla scadenza naturale dell’ottobre 2026. Recentemente il Governo ha emanato un decreto, con il quale accorpa i rinnovi delle amministrazioni in scadenza verso la fine del 2026, con quelle che sarebbero andate al voto nella primavera del 2027. Ciò significa che il contenuto di questo articolo “non risponde” all’opportunismo dei tempi, “non risponde” alla volontà di creare una lista di candidati, “non risponde” ad un discorso di parte, ma apre gli orizzonti del confronto a tutti i cittadini, senza discriminazione del loro orientamento politico, aprendo unicamente una serie di “opzioni” per il futuro di chi amministrerà il nostro comune. Ritengo, che si debbano fare tutti gli sforzi affinché alle urne possano andare in competizione i simboli e le bandiere dei partiti politici, il loro ambito di ideologie progressiste o conservatrici, i loro riferimenti nei vari settori della vita comune. Senza voler esplicitare un netto giudizio negativo sulle “liste civiche” (tanto di moda oggi), ritengo che esse possano predisporsi a favori, a scambi, ad interessi interpersonali, mettendo i candidati consiglieri e sindaci, nella posizione di chi “risponde a sé stesso”. I simboli dei partiti rappresentano trasparenza e garanzia ” di un certo modo ” di approntare soluzioni ai problemi del territorio. Le coalizioni che si potrebbero organizzare nei tavoli politici preliminari al voto, rappresenterebbero un chiaro orientamento dei “programmi” da presentare. Questo modesto articolo è una ” vera e propria chiamata ” al confronto democratico fra i singoli ed i gruppi eventualmente costituiti nella rete sociale di Avella, invitando “tutt ” ad osservare e riflettere sull’orizzonte politico delle future amministrazioni.
Vincenzo Serpico
