L’Italia invisibile: rigenerare le periferie per rigenerare il Paese

L’Italia invisibile: rigenerare le periferie per rigenerare il Paese

Riflessioni ed opinioni di Salvatore Guerriero, Presidente Nazionale ed Internazionale della CONFEDERAZIONE DELLE IMPRESE NEL MONDO

C’è un’Italia che vive lontano dai riflettori, ai margini delle mappe del potere e delle cronache economiche. È fatta di quartieri dove crescere significa affrontare difficoltà che non sempre si vedono, ma che si sentono ogni giorno. Scuole che faticano, spazi pubblici trascurati, mezzi di trasporto insufficienti, opportunità culturali rare.
Eppure, è proprio in questa parte silenziosa del Paese che si misura la forza reale della nostra società.

Le periferie rappresentano lo specchio autentico dell’Italia contemporanea. Osservarle con attenzione significa comprendere dove stiamo andando come comunità e quale futuro stiamo costruendo per le nuove generazioni. Ma troppo spesso restano raccontate solo attraverso il linguaggio del degrado, della cronaca o dell’assistenzialismo.
Questa visione parziale va superata. Le periferie non sono un problema da gestire, ma una risorsa da valorizzare.

Rigenerare questi territori non è solo un dovere morale ma è una strategia di sviluppo. Significa investire nel capitale umano e sociale, restituendo ai cittadini la possibilità di partecipare, di contribuire, di credere nel cambiamento.
Le trasformazioni vere nascono dal basso, quando la comunità viene ascoltata e coinvolta. Bambini, ragazzi, famiglie sono i veri protagonisti di un nuovo modello di cittadinanza attiva.

Esperienze positive in diverse città italiane dimostrano che dove si dà voce ai giovani, dove si aprono scuole e centri culturali, dove si creano opportunità di formazione e lavoro, il tessuto urbano rinasce. E con esso rinasce anche la fiducia collettiva.

Ma per dare continuità a questi processi serve un patto nuovo tra istituzioni, imprese e società civile.
Le periferie non possono vivere di progetti a termine, di fondi emergenziali o di interventi discontinui. Occorrono politiche strutturali, piani di investimento di lungo periodo, e una visione condivisa di crescita inclusiva.

In questo percorso, anche le imprese hanno una responsabilità decisiva.
Il mondo produttivo può e deve diventare protagonista della rigenerazione sociale, portando nei territori risorse, competenze e innovazione. Le aziende che investono nel capitale umano e nella formazione giovanile contribuiscono non solo al benessere delle comunità, ma anche alla competitività del Paese.

Come PMI International, crediamo fortemente che il valore di un’impresa non si misuri solo nei bilanci, ma nella capacità di creare futuro attorno a sé.
Rigenerare una periferia significa creare le condizioni perché un giovane possa trovare lavoro, un bambino possa ricevere un’educazione di qualità, una famiglia possa sentirsi parte di una comunità viva.
Significa restituire dignità, costruire speranza, rafforzare la coesione sociale.

Il tema delle periferie, dunque, non riguarda solo l’urbanistica o il welfare: riguarda la direzione stessa dello sviluppo nazionale.
Se l’Italia saprà ricucire la distanza tra centro e margine, se saprà far nascere opportunità dove oggi ci sono limiti, potrà tornare a crescere in modo più giusto e duraturo.

Una città è davvero moderna quando offre ai suoi bambini la libertà di sognare il proprio futuro, indipendentemente dal quartiere in cui sono nati.
Un Paese è davvero forte quando nessuna delle sue parti sono da considerare periferie in sofferenza.