Guida sentimentale ai monti di Avella – Lo splendore della Valle delle Fontanelle – L’Acqua Pendente

Guida sentimentale ai monti di Avella   Lo splendore della Valle delle Fontanelle   LAcqua Pendente

di Valentina Guerriero
Il top smanicato azzurro della mia amica Annamaria mostrava le sue braccia forti e le spalle abbronzate all’aria dell’estate. Nonostante fosse piena di energia e di entusiasmo le mancò il fiato per l’emozione quando sbucammo da un gruppo di fitti cespugli verdi e, senza aver fatto alcun lungo tragitto, ci trovammo di fronte a noi, alta 6 o 7 volte più di noi, l’enorme cascata dell’Acqua Pendente. La roccia macchiata dallo scorrere dell’acqua si mostrava per buona parte nuda e abbronzata così come le sue spalle, eppure un ampio getto d’acqua continuava a scorrere con forza infrangendosi in mille luccichii in più punti della discesa. Tutt’intorno alla roccia – che con un po’ d’impegno avremmo potuto scalare lateralmente – alcune piante selvatiche provavano a crescere e s’arrampicavano fin sopra dove sicuramente il fiume anticipava la cascata, scendendo dalla montagna per poi buttarsi a noi in quel salto. Ai piedi dell’Acqua Pendente, così è chiamato questo luogo raggiungibile dalla Valle delle Fontanelle, un piccolo lago, adornato di sassi grandi e appuntiti, si spargeva ai nostri piedi come un pavimento acquoso, come una laguna artificiale, per poi andare a dividersi più avanti nei tanti ruscelli che si versano nel Clanio.
Annamaria non riusciva a descrivere ciò che vedeva o anche solo a commentarlo con efficacia, ma era visibilmente colpita. Era un giorno di metà luglio, un mese che era fatto di caldo luccicante, lucciole e balli popolari vissuti insieme a lei in paesi in provincia di Avellino. Sarebbe rimasta a dormire a casa da me ancora qualche giorno. Avevamo entrambe 15 anni e in un solo colpo le avevo mostrato un pezzo di ciò che conservavo con l’orgoglio di chi ha qualcosa di bello vicino a sé e lo dona solo alle persone a cui tiene, con l’intento di mostrare qualcosa di proprio.

L’Acqua Pendente era vicinissima e invisibile, da sempre. La prima volta che ci andai, parcheggiata l’auto su dei ciottoli bianchi, ero bambina. Attraversammo il fiume facendo un largo giro passando tra degli alberi ombrosi, in tutto ci mettemmo cinque minuti, la vegetazione era fitta e rigogliosa nei pressi dell’acqua, c’erano felci selvatiche e muschi verdi. L’Acqua Pendente era magnifica, nascosta e sempre a portata di mano, anche se anno dopo anno sembrava perdere un po’ del suo splendore. Non esageravamo ad andarci per non sciupare quella sensazione di sorpresa che avevamo ogni volta che la raggiungevamo, che sicuramente si sarebbe affievolita se mi fossi abituata a quell’immagine. Esattamente come quando non si ascolta una canzone troppe volte per non rovinarla, per evitare che riascoltandola in continuazione perda la sua capacità di dare le stesse emozioni, così era per l’Acqua Pendente, alla quale andavamo con parsimonia.
Quella con Annamaria era un’estate degli inizi del 2000, una delle più torride di sempre, eppure l’Acqua Pendente ancora resisteva, muta e rigida come le spalle di Annamaria.Guida sentimentale ai monti di Avella   Lo splendore della Valle delle Fontanelle   LAcqua Pendente

 

Avella, i tuoi paesaggi sono fatti di tutti i sogni di solitudine nelle valli fiorite; gli amanti li popolano; come raggio, in una nebbia d’aurora, la forma incorporea dei loro desideri soddisfatti si perde fra le tue zolle gloriose; essi sono ciò che non è più, ma sole e sfolgora.

(Avella, Francesco Guerriero, 1888)

 

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