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AVELLA – Si riapre il dibattito sull’installazione di un’antenna di telecomunicazioni in località Castello, ad Avella. Il 12 aprile 2025, con la sentenza n. 2785/2025, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della società INWIT, annullando la precedente decisione del TAR di Salerno (sentenza n. 1023/2024) che aveva dichiarato il ricorso dell’azienda “improcedibile”.
La vicenda riguarda la richiesta di autorizzazione per installare un’infrastruttura di rete nell’area collinare di Avella, che aveva sollevato forti perplessità e opposizioni a livello locale, sia per motivi paesaggistici che ambientali. Tuttavia, la questione legale ruotava attorno a un punto ben preciso: la formazione del titolo abilitativo per silenzio-assenso, un istituto previsto dalla legge nei casi in cui la Pubblica Amministrazione non risponda entro termini prestabiliti.
Il TAR Salerno aveva giudicato il ricorso improcedibile ritenendo che, nel frattempo, l’interesse di INWIT si fosse affievolito o addirittura esaurito. Una valutazione che il Consiglio di Stato ha però rigettato: secondo i giudici di Palazzo Spada, l’interesse dell’azienda permaneva ed era fondato, e il titolo per silenzio-assenso doveva essere valutato nel merito, non respinto su base procedurale.
Cosa succede ora
La sentenza del Consiglio di Stato ha dunque rimesso il caso al TAR Salerno, imponendo al Tribunale Amministrativo di riesaminare la vicenda e pronunciarsi finalmente sul merito della questione: l’antenna può o non può essere installata?
Questo significa che, nonostante la precedente vittoria dei contrari all’opera, la situazione è di nuovo in bilico. La partita è ufficialmente riaperta, e le opposizioni locali tornano a mobilitarsi, temendo un possibile via libera alla realizzazione dell’impianto.
In località Castello, intanto, monta la tensione. Il sito, noto per il suo valore storico e paesaggistico, è ritenuto da molti cittadini inadatto ad ospitare infrastrutture tecnologiche impattanti. Non mancano, però, anche voci favorevoli, che vedono nell’intervento un’opportunità per potenziare la rete e ridurre i problemi di connettività nelle aree interne.
Il TAR, chiamato ora ad assumersi la responsabilità della decisione finale, sarà chiamato nei prossimi mesi a sciogliere i nodi rimasti irrisolti.
