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“Canterò le mie canzoni per la strada ed affronterò la vita a muso duro, un guerriero senza patria e senza spada con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”.
Così cantava Pierangelo Bertoli nel 1979. E di canzoni e di storie se ne sono sentite tante nel III raduno dei trapiantati e di chi è in attesa svoltosi presso il Santuario della Madonna del Carpinello in Visciano (NA) il 21 settembre organizzato dalle sedi Aido di Avellino rappresentata da Nicola De Rogatis e Giovanni Spiniello e di Nola-Cimitile rappresentata da Felice Peluso , dalla sede regionale dell’Aned rappresentata da Carolina Panico e Anna Malasomma e dall’Associazione Terra Mia rappresentata da Giovanni Petillo.
Le canzoni eseguite magistralmente dalle alunne e gli alunni della Maestra Fiorella Boccucci tra cui anche quella citata all’inizio. E le storie sono quelle di chi ha affrontato – e affronta – “la vita a muso duro” con “un piede nel passato” e “lo sguardo dritto e aperto nel futuro”. La vita di chi ha avuto un trapianto d’organi – alcuni anche più di una volta – dopo mesi di lunga attesa o anni di dialisi vivendo tre giorni a settimana attaccati a una macchina per continuare a vivere e a sperare.
Il raduno è iniziato con una tavola rotonda a cui hanno partecipato gli addetti ai lavori: i dottori Celestino Todisco, Salvatore Ambrosio, Carlo Garofalo, Davide Viggiano, la psicologa Raffaella Manzo e la stessa Fiorella Boccucci. Come Associazione Passpartout. A introdurre i lavori il sindaco di Visciano Sabatino Trinchese, gli assessori Paola Corbisiero e Maddalena Lombardo e il presidente dell’Aido regionale Guglielmo Venditti.
Dopo circa due ore di attento ascolto delle esperienze professionali e umane dei relatori, i convenuti, provenienti da altre regioni – Umbria, Lazio, Calabria, Sicilia, Puglia e anche da Londra – si sono trasferiti nella chiesa per la santa messa e, poi, nella sala del ristorante attiguo.
Qui, tra una portata e un’altra, è stata una cascata di musica e testimonianze. Uomini e donne che hanno avuto una seconda e una terza vita e che non si sono fatti pregare per condividere con tutti le proprie esperienze, per dare coraggio a se stessi, agli altri “colleghi” e a chi non ha avuto ancora la possibilità di “risorgere”. Una parola detta con franchezza da chi ha rivisto la luce del giorno di un futuro lungo e radioso vale più di tanti sermoni e di tante parole.
Toccanti, infine, sono state le testimonianze dei familiari dei donatori: donne e uomini che con il cuore straziato hanno avuto la forza e il coraggio di dire Sì alla donazione degli organi dei loro cari.
Una di essi ha dato vita a una pagina Facebook per la ricerca dei riceventi, di chi ha avuto una seconda vita grazie a un Sì. Al di là della privacy prevista dalla vigente normativa, più di milleduecento persone si sono iscritte. E non è l’unico gruppo presente.
Ora che il sipario è calato su questa meravigliosa giornata, non resta altro agli organizzatori che cominciare a pensare al IV raduno sperando che non sia più “campano”.




