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di Valentino Ferraro
ALTO CALORE – In questi giorni si parla della volontà, da parte di alcuni membri del direttivo di Alto Calore Servizi S.p.A., di aumentare le tariffe (cioè le bollette) per noi cittadini, al fine di evitare il fallimento totale dell’azienda. Un’idea che, come sempre, finisce per scaricare sulle nostre spalle gli errori di altri.
Da semplice cittadino, mi sono giustamente chiesto: quanto è indebitato l’Alto Calore, visto che già oggi ci fa pagare l’acqua quasi come fosse olio extravergine d’oliva? Ho deciso di documentarmi e informarmi. E quello che ho scoperto è davvero sconcertante.
Debito storico (fino al 2021): secondo la Procura di Avellino, l’esposizione debitoria era di circa 150 milioni di euro.
A fine 2023: l’azienda viene ammessa al piano di concordato preventivo per risanare un debito salito a oltre 160 milioni di euro.
Ad oggi: il Tribunale di Avellino ha concesso il concordato preventivo con scadenza al 2028, stimando un debito fino a 200 milioni di euro da ristrutturare.
Praticamente, se oggi il nostro parroco deve battezzare un figlio o un nostro nipote, deve usare giusto tre o quattro gocce d’acqua, perché ormai costa più dello Chanel n.5! Cerco di sdrammatizzare per non piangere, ma la verità è che ci troviamo davanti a una gestione scandalosa di un bene pubblico, a danno di tutti noi cittadini.
Le domande che mi sono posto:
Chi ha creato questi debiti? Chi ha rubato? Chi ha sperperato risorse pubbliche?
E ora? Ora ci chiedete di pagare noi, con nuovi salassi in bolletta, per continuare a farvi giocare con i nostri soldi?
No. Basta. Se deve fallire, fallisca. E si apra una vera inchiesta, con una commissione statale, per risalire ai responsabili di questo buco milionario. Chi ha gestito male, chi ha rubato, chi ha favorito clientele politiche deve pagare: con il carcere, con la confisca dei beni personali e dei conti correnti. È da lì che si deve iniziare a fare cassa!
Le vere cause della crisi di Alto Calore:
Indebitamento crescente da oltre un decennio, per via di una gestione finanziaria fallimentare.
Infrastrutture obsolete e mai ammodernate: le reti idriche perdono enormi quantità d’acqua per colpa di manutenzioni carenti e della totale disorganizzazione tecnica.
Gestione clientelare e politica: più che una società pubblica, è stata trasformata in un bacino elettorale, dove ha prevalso l’interesse personale su quello dei cittadini.
Irregolarità amministrative: l’amministratore unico Michelangelo Ciarcia (e altri) è stato indagato per peculato, fatture false, uso indebito di crediti d’imposta e falso in bilancio, in particolare legati a corsi di formazione mai effettuati.
Il fallimento di Alto Calore è il risultato di anni di scelte sbagliate, opacità, sprechi e totale disinteresse per il bene comune. Anche se ora è stato concesso un concordato preventivo, la situazione resta gravissima.
Il futuro dell’azienda richiede rigore, trasparenza e veri interventi strutturali.
DICIAMO NO ALL’AUMENTO DELLE TARIFFE! DICIAMO SÌ ALLA GIUSTIZIA, ALLA LEGALITÀ E ALLA DIGNITÀ!
Mi rivolgo a tutti i cittadini come me: scendiamo in piazza, facciamoci sentire, pretendiamo un cambio reale! Chi ha governato male deve andarsene, e soprattutto non saremo noi a pagare i debiti dei ladri cronici.
