
Roma – Il 25 luglio 1943 rappresenta una delle date più significative del Novecento italiano: in quel giorno, Benito Mussolini fu destituito dal potere, segnando l’inizio della fine del regime fascista che per ventuno anni aveva dominato la vita politica, sociale e culturale dell’Italia.
Il contesto storico
All’epoca l’Italia era già profondamente coinvolta nella Seconda Guerra Mondiale, al fianco della Germania nazista. Dopo tre anni di conflitto, la situazione militare per l’Italia era drammatica: sconfitte su vari fronti, il crollo in Africa settentrionale, lo sbarco degli Alleati in Sicilia (10 luglio 1943) e la crescente pressione interna da parte della popolazione stremata.
Il Gran Consiglio del Fascismo
Nella notte tra il 24 e il 25 luglio, si tenne una riunione straordinaria del Gran Consiglio del Fascismo, il primo organo che Mussolini stesso aveva creato nel 1922 ma che non veniva convocato da ben quattro anni. In un clima teso e incerto, venne presentato l’Ordine del Giorno Grandi, che di fatto chiedeva il ritorno dei poteri militari e politici al Re.
Con 19 voti favorevoli, 7 contrari e 1 astenuto, il Gran Consiglio sfiduciò Mussolini.
L’arresto del Duce
Il 25 luglio, Benito Mussolini fu ricevuto da Re Vittorio Emanuele III a Villa Savoia. Il sovrano lo informò della sua destituzione e lo fece arrestare all’uscita, affidandolo ai carabinieri. Al suo posto, fu nominato capo del governo il maresciallo Pietro Badoglio, che annunciò lo scioglimento del Partito Fascista e la continuazione della guerra “a fianco della Germania” — una dichiarazione che mascherava in realtà l’avvio di trattative segrete con gli Alleati per l’armistizio.
La reazione del Paese
Alla notizia della caduta del Duce, in tutta Italia esplose la gioia popolare: nelle piazze si ruppero busti, si tolsero insegne fasciste, si bruciarono divise e bandiere. Ma la pace era ancora lontana: il paese sarebbe rimasto nel caos per mesi, fino all’armistizio dell’8 settembre e alla successiva occupazione tedesca dell’Italia centro-settentrionale.
Il significato storico
Il 25 luglio non fu solo la fine di Mussolini, ma anche l’inizio di una nuova fase della storia italiana, fatta di Resistenza, divisioni, lotta civile e poi rinascita democratica. Quella data è oggi ricordata come il punto di non ritorno del fascismo, il crollo di un regime autoritario e l’avvio di un doloroso cammino verso la libertà e la Repubblica.