“ACCADDE OGGI”. 15 giugno 1977, Spagna al voto dopo 41 anni di dittatura

ACCADDE OGGI. 15 giugno 1977, Spagna al voto dopo 41 anni di dittatura

Affluenza record alle urne: storiche elezioni democratiche dopo il franchismo

Madrid, 15 giugno 1977 – Una folla di milioni di cittadini si è recata oggi alle urne in tutta la Spagna per partecipare alle prime elezioni democratiche dal 1936, segnando un momento storico nel lungo e travagliato cammino verso la libertà. Dopo oltre quattro decenni di regime franchista, la Spagna torna finalmente a scegliere il proprio futuro con il voto.

L’affluenza è stata massiccia: oltre il 78% degli aventi diritto ha espresso la propria preferenza, in un clima di compostezza e speranza. Nelle principali città – da Madrid a Barcellona, da Siviglia a Bilbao – si sono formate lunghe code davanti ai seggi sin dalle prime ore del mattino.

Le elezioni sono il frutto del processo di riforma voluto dal Re Juan Carlos I e guidato dal Primo Ministro Adolfo Suárez, nominato nel luglio dello scorso anno. La sua Unione del Centro Democratico (UCD), coalizione centrista e moderata, è uscita vincitrice da queste consultazioni, ottenendo la maggioranza relativa alla Camera dei Deputati. Al secondo posto, con risultati significativi, il Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE) di Felipe González, che ha saputo attrarre l’elettorato più giovane e progressista.

Storico anche il ritorno in scena del Partito Comunista Spagnolo (PCE), legalizzato solo due mesi fa: un segno tangibile della nuova apertura politica. Non sono mancate inoltre le voci regionaliste, con l’elezione di candidati catalani e baschi impegnati a rappresentare le rispettive autonomie.

Queste elezioni, le prime realmente libere da oltre 40 anni, rappresentano il cuore della cosiddetta “Transizione democratica”, iniziata alla morte del generale Francisco Franco nel novembre 1975. Suárez, figura emersa dall’apparato franchista ma trasformatasi in guida riformista, è riuscito in un’impresa che fino a pochi mesi fa sembrava impossibile: traghettare pacificamente il Paese verso un sistema parlamentare.

Il Parlamento eletto oggi avrà anche il delicato compito di redigere la nuova Costituzione, che definirà i fondamenti della Spagna democratica del futuro. Le nuove “Cortes” si riuniranno già nelle prossime settimane.

L’atmosfera nel Paese è di cauto ottimismo. “Oggi è un giorno di festa per la democrazia,” ha dichiarato Suárez in conferenza stampa. “La Spagna ha dimostrato maturità e desiderio di libertà. Abbiamo voltato pagina.”

Con questo voto, si chiude simbolicamente una delle fasi più buie della storia spagnola, e si apre una nuova era all’insegna del pluralismo, della libertà e del dialogo tra le diverse anime del Paese.

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