BAIANO. Nuova sede per il distretto sanitario, l’inaugurazione a meta’ settembre

BAIANO. Nuova sede per il distretto sanitario, l’inaugurazione a meta’ settembre

Il presidio sarà operativo in via Nicola Litto, nelle vicinanze della strada statale della 7-bis e del casello autostradale dell’A-16. E’ allocato in una confortevole struttura di proprietà privata, con ottocento metri quadrati di spazi ed ambienti disponibili, nonché tre aree di parcheggio-auto. La dirigenza dell’Asl Avellino ha “sbloccato” la problematica, che si è trascinata per anni, con gravi disagi e pesanti penalizzazioni sia per gli utenti che per il personale di servizio.

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E’ certamente la soluzione logistica meglio praticabile, per gli agevoli collegamenti di accesso, che fanno capo alla strada statale della 7-bis e al contiguo casello dell’autostrada Napoli-Bari. E si propone con un organico e funzionale assetto di spazi ariosi e confortevoli, oltre che autonomi distribuiti nel primo piano rialzato della struttura, di recente realizzazione, per una superficie utilizzabile pari ad ottocento metri quadrati, con la pertinenza di tre aree di parcheggio-auto. Con questi dati d’immediata e diretta identificazione si presenta la nuova sede di via Nicola Litto, in cui sarà operativo il Distretto sanitario di Baiano – una delle sei articolazioni dei servizi territoriali dell’Asl di Avellino – la cui inaugurazione è prevista il 14 o il 15 settembre.

   Si “sblocca”  cosìla “questione”, che per anni ha condizionato fortemente la normale agibilità del Distretto, penalizzando sia gli utenti che il personale di servizio, medico, paramedico e amministrativo. Una svolta attesa, che integra e concretizza la procedura, aperta circa tre anni fa dall’Asl con il pubblico avviso per la manifestazione d’interesse, per l’acquisizione a titolo di locazione di uno stabile nel territorio cittadino, funzionale a soddisfare – secondo i parametri della normativa e le disposizioni in materia d’edilizia sanitaria- le esigenze degli utenti dei servizi del Distretto, comprensivo dei Comuni di Avella , Baiano, Sperone, Mugnano del Cardinale, Sirignano e Quadrelle, per una popolazione di circa trentamila abitanti oltre che dei sette Comuni del Vallo di Lauro, la cui popolazione sfiora i ventimila abitanti, che fanno riferimento al Presidio sanitario di Lauro.

“Attivo” nel primo piano dell’ala posteriore del palazzo comunale di corso Garibaldi, in un contesto, che fino agli anni ’60 aveva ospitato la caserma dei carabinieri e negli anni ’70 la scuola media statale “Parini”, il Distretto peroltre venti anni ha operato in stato di permanente disagio ambientale e al limite delle stesse prescrizioni d’igienicità, in locali angusti, in cui sono stati “costretti” ad alternarsi a turno i medici, per assicurare agli utenti i servizi specialistici. Una situazione di criticità diffusa, “completata” dallo stato di degradante e degradato…suk, con cui si connota la… corte municipale, passaggio obbligato, per accedere al Distretto; suk… per “ospitare” auto in sosta stabile, persino gli auto-mezzi “vuoti” ed utilizzati per la raccolta dei rifiuti, tralasciando le … presenze umane, tutt’altro che campionario della…dovuta discrezionalità e della necessaria riservatezza, richieste dalla struttura di servizio.

   Uno scenario di “condizioni indegne e vergognose”, come fu definito testualmente il Distretto di corso Garibaldi – nel settembre del 2010- dall’ingegnere Sergio Florio, l’attuale dirigente generale dell’Asl Avellino. La definizione fu espressa nell’ambito di un pubblico incontro, svoltosi al “Moscati”, nella ricorrenza della manifestazione per il “saluto d’omaggio” al medico Onorio Nargi, per il quarantennale dell’attività professionale al servizio dei cittadini. L’ incontro diede a Florio – all’epoca incaricato dell’esercizio delle funzioni commissariali dell’Asl- l’opportunità di focalizzare proprio la situazione complessiva dei servizi e delle strutture della sanità pubblica sui territori dell’Irpinia, tra eccellenze e carenze, per rapportarsi alle scelte del Piano ospedaliero varato dall’amministrazione regionale della Campania; Piano, configurato all’insegna della razionalizzazione dei servizi e della riqualificazione della spesa, a fronte del pesante e strutturale stato di indebitamento dell’intero sistema della sanità pubblica regionale, fatto lievitare nel corso degli anni senza alcun limite.

   Florio, al di là dell’osservanza inderogabile dei rigorosi vincoli della razionalizzazione, con cui s’imponeva l’inversione ad U nelle politiche di spesa nel settore e pur evidenziando con le parole appena citate le tante …ombre logistiche ed ambientali, da cui era gravato, non mancò di rappresentare l’insostituibile valenza sociale e di servizio per le comunità locali, che era- ed è- chiamato ad assolvere il Distretto in  “maglianera. E va ricordato che ne facevano parte anche i Comuni della Valle caudina, rientranti nella giurisdizione amministrativa della provincia di Avellino, che due anni fa sono stati “associati” al Distretto del capoluogo, secondo logica e buon comune senso.

    Tre anni fa il cambio di passo, per dare al Distretto  lasede della…normalità, con l’avviso pubblico per la manifestazione d’interesse, a cui hanno “risposto” tre privati cittadini, nel dichiarare la messa a disposizione di stabili di loro proprietà, fino alla scelta conclusiva della struttura di via Nicola Litto, per la piena rispondenza ai criteri previsti e per la posizione logistica. E’ il cambio di passo, diventato ormai non più differibile, “maturato” anche per il netto miglioramento dei conti economici nel sistema sanitario regionale, sulla base del Piano di rientro dallo stratosferico indebitamento, che sta dando i risultati attesi per i “conti a posto”, anche se l’Asl di Avellino nel decorso quinquennio ha sempre osservato i principi della virtuosità gestionale. E’ la scelta, per la quale l’Asl corrisponderà al proprietario della struttura di via Nicola Litto- stando a quel ch’è dato di conoscere- un canone di fitto mensile di poco superiore a quattromila euro, mentre per i locali di corso Garibaldi all’amministrazione comunale è stato versato finora il canone mensile di mille e cinquecento euro.

              IL POLIAMBULATORIO INCENDIATO, A MUGNANO DEL CARDINALE

ACCADEVA 20 ANNI FA: L’ASSICURAZIONE VALEVA 2,5 MILIARDI DI EX-LIRE

 La positiva notizia della nuova sede distrettuale richiede, tuttavia, la fissazione di una striscia di …flash back, ritenendo che possa essere utile, per connotare soltanto alcuni dei tanti “buchi neri”, a cui fanno da contorno diffuse ed eterogenee…sfumature grigiastre, da cui è attraversata la condizione sociale del territorio degli ultimi decenni. E’ la striscia, che copre e focalizza, in particolare, lo scorcio iniziale degli anni ’90. Su un verso sono impresse le lunghe e rosseggianti lingue di fiamme del rogo, che annientò il Poliambulatorio di Mugnano del Cardinale e sull’altro verso c’è il progetto per la costruzione ex novo della sede del Distretto, con finanziamento della Regione-Campania, nell’area contigua al casello dell’A-16, a Baiano. Due vicende distinte e diverse, ma rappresentative dello stato di catalessi, in cui è piombata l’intera area, a datare dai nefasti esiti e dai ladrocini di ogni portata e caratura, con il saccheggio del denaro pubblico, destinato alla ricostruzione del patrimonio abitativo e edilizio, dopo il terremoto del novembre dell’ 80 e del febbraio dell’81.

   E’ bene, tuttavia, procedere per ordine. Il Poliambulatorio, divorato dal rogo, domato dopo decine di ore di estenuante lavoro dei Vigili del Fuoco dei distaccamenti di Avellino e Nola, , era una struttura in pre-fabbricato, completa di arredo e apparecchiature sanitarie, che la Croce rossa australiana  donò al Comune filomeniano, nell’ambito delle tante iniziative di solidarietà, di cui si rese protagonista verso le comunità della Campania e della Basilicata, colpite dal dramma degli eventi sismici. La struttura- chiavi in mano- andava… soltanto “montata”, per essere funzionale ed operativa, in tempi brevi. I tempi brevi, invece, si allungarono per un decennio, quando l’amministrazione comunale decise finalmente di…utilizzare la donazione, arrivata dal Paese dei Ganguri. Il Poliambulatorio fu allestito lungo la direttrice della strada statale della 7-bis, nell’area antistante il Cimitero, con le opere infrastruttura li realizzate nel giro di alcune settimane, e grazie al pieno utilizzo delle apparecchiature e dell’arredo, funzionali ed efficienti, anche se erano stati abbandonati a lungo tra le carabattole degli scantinati nel palazzo comunale, a piazza Municipio.

   Il Poliambulatorio divenne operativo sul finire del 1991, per essere a pieno regime nel 1992, con i servizi erogati dall’Asl per le analisi cliniche e la specialistica. Un polo, in grado di assicurare prestazioni in costante crescita e con il pieno gradimento degli utenti, specie gli anziani; polo, che, però e all’evidenza dei fatti, per “Qualcuno” o per “Taluni” non “doveva” durare molto. E così venne trasformato in un informe ammasso di materiali anneriti, incenerito dal rogo, appiccato da “mani ignote”, nel maggio del ’92. Ma con… palesi modalità camorristiche.

Alcune voci …correnti, nell’abbozzare un’ipotesi di “spiegazione” del devastante e rovinoso incendio rapportarono le “mani ignote” ai corposi interessi economici dei laboratori di analisi cliniche dell’area e accreditati con il Servizio sanitario pubblico; interessi, che – sostenevano le…voci, forse anche per risentimenti d’invidia sociale- oggettivamente sarebbero stati ridimensionati o del tutto “lesi” dalla funzionalità del Poliambulatorio. Altre voci….correnti si spinsero a immaginare che l’incendio avrebbe mascherato una probabile truffa o danneggiamento verso la compagnia che aveva assicurato il Poliambulatorio, con l’intero apparato di attrezzature, per l’importo che si sarebbe aggirato sui due miliardi e mezzo delle lire del vecchio conio. Voci…correnti- queste ultime- alquanto ingarbugliate, anche perché non fornivano, però, elementi di logica e credibile chiarificazione sugli eventuali promotori della truffa o del danneggiamento, dal momento che la titolarità patrimoniale e gestionale del Poliambulatorio- per le specifiche competenze loro spettanti- era ripartita tra l’Asl di Avellino e l’amministrazione comunale di Mugnano del Cardinale, soggetti istituzionali, con assetti collegiali, anche se poi- amministrazione comunale e Asl- avrebbero fruito di un sostanzioso premio assicurativo, per quanto si sa; premio, posto che se ne siano avvalse, era loro dovuto.

 Certo è che le voci …correnti oltre venti anni fa, ebbero breve vita, quasi l’”espace d’un matin”, non di più, senza alcun intervento delle pubbliche istituzioni, con cui le comunità locali fossero poste in condizione di capire la portata del grave episodio. E se ne… rinfresca, tuttavia, la memoria storica e civile, fermo restando il dovuto beneficio d’inventario sulle “voci”, in ragione della rappresentazione di quei “buchi neri” contornati di sfumature di grigiastra ambiguità, di cui si è fatto cenno e da cui è segnata l’amorfa vita sociale del territorio. E così, dopo qualche mese, sulla vicenda calò la cappa del silenzio totale, nel mutismo dei partiti e degli amministratori dei Comuni del territorio. E neanche serve ricordare che sulla “storiaccia”, in stato di …latitanza risultarono i parlamentari del collegio. Un costume, che sopratutto i parlamentari dei partiti del potere sostanziale hanno praticato da sempre e con sovrana indifferenza verso le reali problematiche dell’area, preferendo, invece, percorrere i “comodi” tracciati del consenso drogato e deviato, grazie all’assistenzialismo clientelare, beneficiando “amici” e “amici degli amici”e….familiari.

             DAL PROGETTO DELLA NUOVA SEDE ALL’ALTERNATIVA DI VIA LITTO

   La storia della sede da costruire ex novo per il Distretto sanitario prende, invece, le mosse dall’iniziativa, assunta a metà degli anni ’90 dall’amministrazione comunale di Baiano, la prima eletta con maggioranza di centro-destra, dopo trentacinque anni di amministrazioni con maggioranze di “Sinistra unitaria”, a trazione Pci\Pds, in alternanza con tre cicli amministrativi a guida democristiana. La Giunta, guidata dal sindaco Raffaele Napolitano, con il voto unanime del civico consesso, si fece promotrice del progetto per la costruzione del nuovo presidio, con il supporto della dirigenza dell’allora Asl Avellino-2. E l’istanza fu recepita dalla Giunta regionale della Campania, presieduta dall’on.le Antonio Rastrelli, che deliberò anche lo stanziamento finanziario, per la realizzazione del presidio, nel sito, indicato dall’Ente di corso Garibaldi proprio nelle immediate vicinanze del casello autostradale; sito, per il quale era necessario attivare la procedura di esproprio per utilità pubblica.

   Era il percorso istituzionale e socio-amministrativo, che scaturiva dalla sinergia tra Asl, Comune e Regione, restato, pero, ai blocchi di partenza, per evidenti ragioni politiche, dal momento che l’ esperienza della prima Giunta regionale di centro-destra, guidata da Rastrelli, si esaurì dopo quattro anni nel 1999, sulla scia del noto “ribaltone trasformistico” che segnò il cambio di maggioranza, con l’avvento della Giunta di centro-sinistra, guidata da Andrea Losco, in rappresentanza della Margherita, a cui ha fatto seguito il decennio della presidenza della Giunta di sinistra-centro, con la guida di Antonio Bassolino.

   Un percorso impostato con linearità di obiettivi e che, esaurita l’esperienza delle due GiunteNapolitano, poteva anche essere seguito dalle amministrazioni succedutesi nel palazzo comunale. Ma non l’hanno fatto nei tempi dovuti con la necessaria determinazione e l’opportuna volontà politica, mentre si venivano determinando le oggettive condizioni per lo stop al cammino intrapreso, a fronte della voragine dell’indebitamento ufficialmente “dichiarato”, in cui nel 2010 si è ritrovato il sistema sanitario pubblico della Campania; sistema, logorato da decenni di pessima gestione e, di fatto, sottoposto al commissariamento straordinario ancora in atto. E così il progetto è finito negli archivi, mentre la soluzione della nuova sede distrettuale in via Nicola Litto, ne costituisce un’adeguata e congrua alternativa. Una soluzione- è il caso di dire- infilata nel rotto della cuffia, per impulso dell’onesto e scandalizzato giudizio-denuncia di Florio diquattroannifa.

La nuova sede è…oro davvero rispetto… al ferro vecchio del… “suk” di Corso Garibaldi.