BAIANO. Il maestoso platano di Fontana Vecchia nella grande famiglia dei patriarchi verdi

BAIANO. Il maestoso platano di Fontana Vecchia nella grande famiglia dei patriarchi verdi

BAIANO. Il maestoso platano di Fontana Vecchia nella grande famiglia dei patriarchi verdi  Il primo tassello del censimento dei monumenti verdi del territorio e’ il secolare simbolo arboreo della localita’ in cui s’incrocia la viabilita rurale comunale con quella di mugnano del cardinale e visciano. Consegnata la corposa e dettagliata documentazione al sindaco montanaro. La civica iniziativa dell’associazione Maio di Santo Stefano mira a promuovere la cultura dei valori paesaggistici

di Gianni Amodeo

E’ parte integrante della famiglia dei Patriarchi verdi che rappresentano in modo plastico – come se ne costituissero le gemme di pregio assoluto- i profili ambientali caratterizzanti e identitari dei territori. E’ la famiglia prefigurata dall’importante e qualificata legislazione nazionale del 2013, “in ordine alla tutela e alla salvaguardia degli alberi monumentali, dei filari e delle alberate di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale”. Un articolato normativo dettagliato, alle cui prescrizioni e rigorosi criteri corrisponde il Platanus occidentalis che costituisce il simbolo arboreo “parlante” di Fontana vecchia, la storica località, in cui s’incrociano i rapidi e brevi percorsi di buona viabilità rurale in pianura e collina, che collegano   Baiano, Mugnano del Cardinale e Visciano.

BAIANO. Il maestoso platano di Fontana Vecchia nella grande famiglia dei patriarchi verdiPer il riconoscimento dello status di Patriarca verde è stata messa a punto la specifica e corposa documentazione- con le schede tecniche e i rilievi di mappa- prevista dalle disposizioni della normativa, con la dotazione di un dettagliato e ricco corredo fotografico a colori sia del maestoso Platano, alto 24 metri, con la splendida chioma per una copertura di oltre 630 metri quadrati, in cui si specchiano i suoi cento anni di vita ben portati, sia del sito su cui spicca nella sua armoniosa imponenza. La documentazione è stata curata dall’Associazione Maio di Santo Stefano, che si è avvalsa della consulenza, fornita, a titolo di volontariato civico, da professio0nisti ed esperti di alta affidabilità e competenza quali sono il geometra Romeo Lieto, il dottor Stefano Lanziello e Antonio Guerriero, impegnati da sempre sui versanti della cultura ecologica.

 BAIANO. Il maestoso platano di Fontana Vecchia nella grande famiglia dei patriarchi verdiIl dossier- previo affidamento al competente ufficio di protocollo- è stato formalmente consegnato dalla delegazione dell’Associazione presieduta da Stefano Guerriero, al sindaco Enrico Montanaro nella sala di rappresentanza del Palazzo comunale. E costituisce il primo tassello ufficiale di segnalazioni per la salvaguardia e la valorizzazione dei Patriarchi verdi del territorio, in linea con gli indirizzi di attività e iniziative, per le quali è impegnata l’Associazione. Un itinerario coerente con la legislazione di riferimento, tenendo presente che nell’ambito del territorio dell’Unione intercomunale del Baianese e dell’Alto Clanio, allo stato degli atti pubblici e degli elenchi ufficiali disponibili per il Censimento regionale e nazionale dei Patriarchi verdi come dei Filari e delle Alberate di particolare pregio e valor storico-culturale risulta il…quasi zero assoluto. Le eccezioni qualificate sono soltanto ed esclusivamente di ordine privatistico-familiare. E riguardano il bel GiardinoParco del Palazzo Pagano, a Quadrelle, e il pregevole ParcoBoschetto del Palazzo Vetrani, a Sperone. Sono due complessi di sicuro interesse naturalistico e valenza attrattiva, con vincoli di pubblica tutela mirati.

Due eccezioni, a cui va aggiunto il riconoscimento…in divenire del “Platano parlante” di Fontana vecchia. Troppo poco, anzi nulla, per un contesto territoriale che afferisce al Parco regionale del Partenio. C’è qualcosa- o molto- che non quadra e si omette. E che avvenga nell’osservanza della legge, è lecito dubitare non poco. Una scarna e immediata conferma si ritrova nelle modalità, con cui intere guarnizioni arboree di oliveti, che rivestivano e abbellivano- dando anche produzioni di qualità- le aree collinari nel corso degli anni sono state cancellate e rimosse, per “omaggiare” assurde cementificazioni “selvagge” e di speculazione. Una testimonianza che “dice tutto” in proposito si “vede” ad occhio nudo in quello spicchio della collina di Gesù e Maria ch’è a ridosso della Chiesa parrocchiale di Santo Stefano. Il manto della naturale vegetazione arborea è ormai un labile ricordo di adulti e vecchi.